Si tratta di Abu Yusif, alias Mahmud. Due giornalisti turchi morti nel nord: lavoravano per l'agenzia Hawar (Anha)
Il leader dello Stato Islamico (Isis) in Siria Abu Yusif, alias Mahmud, è stato ucciso in un raid aereo americano di precisione nella provincia settentrionale di Deir Ezzor. Lo rende noto il Centcom, il Comando centrale degli Stati Uniti, sul proprio account di 'X'. ''Questo attacco aereo fa parte dell'impegno continuo del Centcom, insieme ai partner nella regione, per interrompere e indebolire gli sforzi dei terroristi di pianificare, organizzare e condurre attacchi contro civili e personale militare degli Stati Uniti, dei nostri alleati e dei nostri partner in tutta la regione e oltre'', si legge nella nota. Questo attacco è stato condotto in un'area precedentemente controllata dal regime siriano e dai russi, precisa la nota.
"Come affermato in precedenza, gli Stati Uniti, lavorando con alleati e partner nella regione, non consentiranno all'Isis di trarre vantaggio dall'attuale situazione in Siria e di ricostituirsi'', ha dichiarato il generale Michael Erik Kurilla, comandante del Cencom. ''L'Isis ha l'intenzione di liberare gli oltre ottomila suoi agenti attualmente detenuti in strutture in Siria'', ha spiegato il generale. "Colpiremo duramente questi leader e agenti, compresi coloro che cercano di condurre operazioni all'esterno della Siria", ha concluso Kurilla.
Due giornalisti turchi sono rimasti uccisi mentre seguivano gli scontri nel nord della Siria tra combattenti sostenuti da Ankara, da una parte, e dagli Stati Uniti, dall'altra. Lo denunciano un'organizzazione non governativa e un'associazione di giornalisti turchi. Secondo quanto scrive sul suo sito web l'Osservatorio siriano per i diritti umani, sono rimasti vittima di un "raid di un drone turco".
Secondo il sito di notizie Rudaw, Cihan Belkin e Nazim Dashtan che lavoravano per l'agenzia Hawar (Anha), sono morti ieri pomeriggio in un attacco aereo lungo la strada tra la diga di Tishrin e la città di Sarrin, mentre coprivano il conflitto tra le forze curde siriane e l'Esercito nazionale siriano, mentre il loro autista è rimasto ferito. "Condanniamo e non accettiamo questo attacco contro i nostri colleghi", hanno denunciato dalla Dicle Firat Journalist Association con sede a Diyarbakir.
Diplomatici statunitensi sono arrivati in Siria per incontrare le nuove autorità con l'obiettivo di esortarle a promuovere l'unità dopo 13 anni di guerra civile. Ad annunciarlo è stato il Dipartimento di Stato. Si tratta della prima missione diplomatica ufficiale inviata a Damasco dall'inizio della guerra civile scoppiata nel 2011 e che ha avuto una svolta spettacolare con la caduta, l'8 dicembre, di Bashar al-Assad, fuggito in Russia.
Gli inviati americani incontreranno rappresentanti di Hayat Tahrir al-Sham (HTS) e della società civile per discutere "la loro visione del futuro del Paese e il modo in cui gli Stati Uniti possono sostenerli", ha dichiarato un portavoce del Dipartimento di Stato.
La delegazione comprende Barbara Leaf, diplomatica statunitense responsabile per il Medio Oriente, e Daniel Rubinstein, diplomatico specializzato nel mondo arabo e ora responsabile dei contatti con la Siria. Presente anche Roger Carstens, incaricato di raccogliere informazioni sugli americani scomparsi in Siria, come il giornalista Austin Tice.
''E' arrivato il momento di sradicare le organizzazioni terroristiche presenti in Siria'', ha dichiarato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan riferendosi allo Stato islamico (Isis) e alle organizzazioni curde, compresa l'alleanza delle Forze democratiche siriane (Fds) alleate degli Stati Uniti. Queste, ha sostenuto Erdogan, rappresentano una minaccia per la sopravvivenza della Siria.
Nel corso di una conferenza stampa a margine del summit in corso al Cairo, il presidente turco ha affermato che "Daesh, il Pkk e i loro affiliati, che minacciano la sopravvivenza della Siria, devono essere sradicati".