Solo il leader e Casellati votano a Palazzo Madama
Ignazio La Russa eletto presidente del Senato. Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, che inizialmente non aveva risposto alla chiama per l'elezione del presidente del Senato, ha votato a Palazzo Madama. Con lui, tra gli azzurri, solo la presidente uscente Elisabetta Casellati ha preso parte al voto. Gi altri senatori del partito non hanno ritirato la scheda.
Berlusconi ha votato supportato dall’applauso di una parte dell’emiciclo e soprattutto da Daniela Santanché, che lo ha accompagnato all’urna prendendolo sotto braccio quando ha visto il leader di Forza Italia lasciare il suo scranno con qualche incertezza.
Dopo il voto, Berlusconi ha però sbagliato strada uscendo dalla parte di ingresso del catafalco, in sostanza contromano, senza trovare l’urna in cui imbucare la scheda. Dopo un piccolo 'sbandamento', in suo soccorso sono intervenuti gli assistenti parlamentari.
La decisione di votare è arrivata dopo una riunione in cui Berlusconi avrebbe invitato gli azzurri a recarsi in Aula per il voto: "Dobbiamo stare uniti, prenderemo dei ministeri importanti", è quanto avrebbe assicurato. In aula al Senato, Berlusconi ha avuto un colloquio con Matteo Salvini. Dopo qualche minuto, i due leader sono stati avvicinati da alcuni senatori di Forza Italia e Lega.
Il leader di Forza Italia è stato costantemente sotto i riflettori a Palazzo Madama. In mattinata, un capannello di senatori si è subito formato intorno a Berlusconi alla prima pausa dei lavori dell’aula. Tutti gli esponenti di FI e molti della Lega, come Giulia Bongiorno e Massimiliano Romeo, hanno approfittato per salutare il leader azzurro. C’è stato spazio anche per un selfie. Tra gli altri, a stringere la mano a Berlusconi anche Matteo Renzi e Mario Monti. Dario Franceschini, subito dopo aver votato al Senato, si è ‘allungato’ in aula per salutare Berlusconi e Elisabetta Casellati, in quel momento a colloquio. Esplicito il gesto del leader di Forza Italia che, portandosi le mani al viso, ha chiesto conto al ministro della Cultura del perché portasse la barba lunga.