"Il cambio di giurisprudenza, alla luce anche della remissione in Corte di giustizia europea della normativa italiana (legge 107/15) ottenuta dai legali Anief ora apre le adesioni ai ricorsi al giudice del lavoro per restituire agli aventi diritto fino a 2.500 euro per i cinque anni di supplenza trascorsi". E' quanto si legge in una nota Anief.
"L'iniziativa legale - spiega - si accompagna a una serie di successi ottenuti sempre dall'ufficio legale di Anief a difesa dei diritti dei precari: dal riconoscimento del salario accessorio ai supplenti brevi alle ferie non godute, dagli scatti di anzianità ai risarcimenti per abuso dei contratti a termine alle mensilità estive. Per non parlare del contenzioso vinto in Cassazione sul riconoscimento per intero del servizio preruolo nella ricostruzione di carriera o del primo gradino stipendiale negato ai neoassunti dal 2011".
"Il giovane sindacato guidato da Pacifico - sottolinea la nota - promette battaglia anche nei tavoli contrattuali in vista pure del voto rsu del prossimo aprile: tra le richieste di modifica del contratto la necessità di garantire la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo e una specifica indennità di incarico per chi è precario con più di 36 mesi di servizio. Per vincere la supplentite Anief ha chiesto al ministro Bianchi di utilizzare il doppio canale di reclutamento assumendo in ruolo i precari dalle stesse graduatorie (gps) da cui sono assunti a tempo determinato, senza dimenticare gli itp, irc, ata, educatori e le migliaia di diplomate magistrale esclusi dal reclutamento".
"Un docente con supplenza annuale - sottolinea Anief - ha diritto all’aggiornamento professionale: lo hanno stabilito pochi giorni fa i giudici di Palazzo Spada chiedendo al ministero dell’Istruzione di mettere a loro disposizione gli strumenti, le risorse e le opportunità, che garantiscono la formazione in servizio, perché non vi può essere una disparità di trattamento tra personale di ruolo e non di ruolo. Nella sentenza numero 1842/2022, il Consiglio di Stato ha fatto riferimento diretto alla remissione in Corte di giustizia europea sullo stesso tema, ottenuta dai legali Anief e promossa dal tribunale di Vercelli".
A questo punto, "per l'ufficio legale del giovane sindacato, manca solo un ultimo passaggio per l’ottenimento dei 500 euro annui e il recupero di 2.500 euro per chi ha svolto supplenze annuali nell’ultimo lustro: il ricorso ai giudici del lavoro".
“La posizione assunta dal Consiglio di Stato - commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - conferma che la nostra battaglia sull’estensione della card docente per l’aggiornamento non è corretta solo come principio ma anche a livello giuridico e riteniamo che sulla sentenza abbia certamente influito la nostra remissione in Corte di Giustizia europea. Invitiamo pertanto tutto il personale precario e chi ha svolto supplenze annuali ad aderire al ricorso patrocinato dai legali Anief presso il tribunale del lavoro”.
"Sull’equiparazione dei diritti dei precari a quelli dei colleghi di ruolo - continua la nota - il sindacato intende andare avanti sino in fondo: i supplenti annuali, scrive la stampa specializzata, 'avevano assaporato un’altra storica vittoria grazie a una professoressa precaria che facendo ricorso con l’Anief per mancata assunzione è stata poi beneficata da una sentenza del giudice di Modena che ha condannato il Miur a risarcirla con dieci stipendi'”.
Proprio sulla normativa e sulla giurisprudenza comunitaria insiste da anni Anief, che di recente aveva ottenuto dal Tribunale di Vercelli la remissione alla Corte di giustizia europea, la quale ora deve vagliare se sussistono “valide ragioni per la disapplicazione della norma che concede la Carta del docente solo al personale di ruolo nella scuola per contrasto con la clausola 4 dell’accordo quadro del 18.3.99 sul lavoro a tempo determinato, recepito dalla direttiva 1999/70/CE e violazione dell’art. 14 della Cdfue, dell’articolo 10 della carta sociale europea e della clausola 6 dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, recepito dalla direttiva 1999/70”.
"Una disapplicazione - si legge nella nota sindacale - che secondo l’Anief “cristallizzerebbe il diritto di migliaia di precari a poter rivendicare 500 euro per ogni anno scolastico dal 2015/16 in poi in cui hanno stipulato contratti a tempo determinato al 30 giugno o al 31 agosto. Un masso che cadrebbe sul Mef e sul governo Draghi, perché le somme sono davvero importanti”.