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Scontri Sudan, "tregua di 24 ore per evacuare feriti e civili". Esercito nega

L'annuncio del gruppo paramilitare delle Forze di supporto rapido (Rsf), secondo l'esercito sudanese non c'è stato invece alcun coordinamento in merito al cessate il fuoco

Afp
Afp
18 aprile 2023 | 10.32
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Il gruppo paramilitare delle Forze di supporto rapido (Rsf) ha annunciato una tregua di 24 ore per garantire il passaggio sicuro dei civili e l'evacuazione delle persone rimaste ferite nei tre giorni di scontri in Sudan. Lo ha scritto su Twitter il generale Mohamed Hamdan Daglo, vicepresidente del Consiglio per la sovranità di transizione del Sudan e comandante delle forze di supporto rapido. L'armistizio è stato annunciato a seguito di un colloquio con il Segretario di Stato americano Antony Blinken e gli appelli rivolti da altre nazioni che hanno chiesto un cessate il fuoco temporaneo in Sudan. Le forze armate del Sudan hanno tuttavia negato di essere a conoscenza della tregua. In particolare, l'esercito sudanese ha riferito che non c'è stato alcun coordinamento con mediatori o con la comunità internazionale in merito al cessate il fuoco.

Altri 47 feriti sono intanto arrivati nelle ultime ore all'ospedale di El Fasher supportato da Medici Senza Frontiere (Msf) nel Darfur del Nord, in Sudan, e altre 14 persone sono decedute. Lo riferisce Msf in una nota spiegando che in totale sono 183 le persone ferite e 25 i morti registrati. La situazione è critica e l'ospedale di El Fasher sta rapidamente esaurendo le forniture mediche, tra cui i farmaci e le sacche di sangue.

Msf esorta tutte le parti in conflitto a garantire la sicurezza del personale medico e dei pazienti, in modo che possano avere accesso alle strutture sanitarie senza temere per la propria vita.

I combattimenti in corso in Sudan fanno parte di ''una nuova rivoluzione''. E il capo del Consiglio sovrano oltre che dell'esercito sudanese, Abdel Fattah al-Burhan, è ''nascosto'' e ''sconfitto'', sostengono intanto le Rsf in una nota diffusa tramite Twitter, affermando che ''è arrivato il momento della verità, di mettere fine alle menzogne del gruppo golpista ed estremista''. Il gruppo paramilitare, prosegue il comunicato, ''partecipa alla battaglia della dignità per ridare alla popolazione il diritto alla libertà, alla giustizia e alla democrazia''.

Allo stesso modo, le Rsf hanno rivendicato ''vittorie'' nei combattimenti con le forze armate regolari e annunciato che ''continua l'impegno per cercare di raggiungere i suoi nobili obiettivi, tra cui il principale è la formazione di un governo civile che possa guidare il Paese verso una vera transizione democratica''.

In un comunicato diffuso attraverso Facebook, le Rsf hanno poi accusato Al Burhan, definito ''leader ribelle di una banda golpista" e di un "gruppo terrorista estremista", di cercare "una falsa vittoria". "Si nasconde, inseguito dalle nostre coraggiose forze e sconfitto, preda del panico e della paura che lo assale'', prosegue la nota, affermando che allo stato attuale ''non ha diritto di prendere decisioni'' dato che ''non può nemmeno proteggere se stesso''. Quindi, prosegue la nota, ''è chiaro che la fine di questa giunta ingiusta è più vicina che mai. Ribadiamo la nostra richiesta che venga ribadito un trattamento rispettoso a tutti i membri delle forze armate che sono stati fatti prigionieri e il rispetto delle leggi e delle norme internazionali''.


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