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Sanremo, il 'ristorante dei cantanti': "La chiusura è una scorrettezza"

"Ci avevano detto che dovevamo stare aperti tutta la settimana"

03 marzo 2021 | 13.07
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"Ci eravamo organizzati, ci avevano detto che dovevamo stare aperti tutta la settimana, almeno per pranzo, poi abbiamo la convenzione con la Rai per cui più o meno riuscivamo a fare una settimana che è una lontano parente di quella degli anni scorsi, come si può vedere dalla città deserta, ma che almeno ci permetteva di respirare. Adesso ci è arrivata questa tegola sulla testa, dopo tre giorni dobbiamo di nuovo chiudere. E' una scorrettezza infinita, come quella che ci stanno facendo da un anno: a San Valentino ci hanno detto un giorno prima di chiudere, quando avevamo già fatto le prenotazioni e la spesa, così per il festival. Ma lo sanno che non basta tirar su la saracinesca per aprire o che magari ci vogliono un paio di giorni di preparazione?". Lo sfogo all’Adnkronos, dopo la nuova stretta decisa dal governatore della Liguria per Sanremo, è di Marco Ventimiglia.

La sua famiglia gestisce da 102 anni il ristorante più famoso della città dei fiori, ‘La Pignese’, ritrovo fisso ogni anno di artisti e addetti ai lavori della kermesse. "I miei ragazzi sono preoccupatissimi, non vediamo i ristori da novembre, questa situazione qui li fa star male - aggiunge - Rispetto all’anno precedente abbiamo registrato almeno il 30% in meno di incassi. Quest’anno Sanremo è moralmente triste, per la città il festival rappresenta una settimana di magia, di divertimento, di luci. Ora non c’è niente di tutto questo, la notte solitamente qui si fa tardi, incontriamo gli artisti, i discografici con cui ci conosciamo da una vita: mi mancano, mi manca quell’atmosfera".

Sono legati alla fine degli anni Ottanta i ricordi più belli del ristoratore: "Allora tutto era più umano, semplice e gli artisti giravano per la città senza bisogno di scorte - racconta Ventimiglia - Una sera si sono seduti a un tavolo George Harrison con un suo amico, tutti gli altri artisti del festival gli andavano a chiedere una foto o un autografo. Altri tempi che non credo torneranno". (dall'inviata Silvia Mancinelli)

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