Il segretario federale della Lega Nord attacca la religione musulmana, all'indomani dei fatti di Parigi: "E' pericolosa, non è una fede come le altre", sostiene. E promette battaglia contro la costruzione di una moschea a Milano.
L'Islam è "pericoloso", perché nel mondo, e anche "sui pianerottoli di casa nostra", ci sono "milioni di persone" pronte a "sgozzare e uccidere" nel nome di Allah. All'indomani della conclusione degli attacchi terroristi che hanno colpito Parigi a partire da mercoledì con il massacro nella redazione del settimanale satirico di sinistra Charlie Hebdo, il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini va a volantinare a Lampugnano, periferia nordovest di Milano, dove un vecchio palazzetto un tempo usato per i concerti potrebbe diventare un luogo di culto, e, convocati i giornalisti, spara a zero.
L'Islam, afferma il leader della Lega Nord, è "pericoloso , non è una religione come le altre e non va trattato come le altre religioni. Nel nome dell'Islam ci sono milioni di persone in giro per il mondo e anche sui pianerottoli di casa nostra, pronti a sgozzare e uccidere". Al fianco di Salvini militanti del Carroccio e l'eurodeputato Mario Borghezio, reduce da una visita nella multietnica zona di via Padova, dove, assicura al segretario, "sono tutti con te. Se fanno un referendum, prendi il cento per cento".
Il segretario federale distribuisce ai passanti volantini che recitano "L'Islam uccide la libertà. No alla moschea", declinando alla milanese le conseguenze delle stragi perpetrate in Francia dai fratelli Cherif e Said Kouachi e dal 32enne Amedy Coulibaly, tutti cittadini francesi, immigrati di seconda generazione, nati in Francia, proprio come i cittadini britannici di discendenza pakistana e giamaicana che attaccarono la metropolitana di Londra il 7 luglio del 2005, causando 55 morti e circa 700 feriti.
Salvini promette che la Lega farà "tutto quello che è consentito dalla democrazia per evitare che questo sia un terreno non più milanese e non più italiano. Di una moschea in questo spazio non c'è bisogno. Qui c'è un progetto della Federazione Pallavolo per restituirla allo sport, alla musica e ai cittadini. Faremo di tuto perché venga destinato a questo, anche con un referendum". Poi, con i militanti, tenta di attaccare i volantini alla parete della vecchia biglietteria, ma nessuno ha portato lo scotch, così i flyer vengono appoggiati alla bell'e meglio.
Il leader della Lega non si risparmia: "Non è più tempo - dice - di rispondere alla violenza con l'accoglienza, con il buonismo e la tolleranza. Bisogna rispondere con la forza, che la democrazia permette. Non con il sangue, ma senza cedere più. Basta cedimenti".
Dall'opposizione, Salvini ne ha anche per il governo. L'Islam, scandisce, "è un problema", al pari di chi "continua a negarlo, e ce l'abbiamo anche al governo. Abbiamo ministri che negano che queste stragi abbiano matrice islamica. Questi sono ministri pericolosi. In Italia abbiamo un governo pericoloso".
"Finora ci è andata bene - continua - però non si può contare solo sulla fortuna". Anni fa "quando le stesse vignette le indossò Calderoli (nel 2006, quando era ministro, Roberto Calderoli mostrò al Tg1 una maglietta con una vignetta su Maometto, cosa che fu seguita a Bengasi da violente proteste davanti al Consolato italiano, represse nel sangue dalla polizia libica, che fece 11 morti, ndr) metà della sinistra invocò una taglia. Sono dei poveretti, però sono pericolosi. In questo momento i collaborazionisti sono pericolosi".
Salvini attacca poi l'altro Matteo, che sta a palazzo Chigi e che domani parteciperà alla manifestazione contro il terrorismo voluta dal presidente francese Francois Hollande. ''Mi fa pena - afferma - pensare che domani Matteo Renzi sfilerà a Parigi, quando con le sue politiche a favore dell'immigrazione di massa è uno dei complici di quello che rischia di succedere domani".
"Siamo qui - rincara la dose - per dire no ad ogni tipo di violenza e siamo increduli di fronte al fatto che sia in Italia che in Francia, nonostante i morti, ci sia una certa sinistra che ha tempo di manifestare contro la Lega. E non ha capito assolutamente un accidente".
"Noi - continua Salvini - siamo con tutta la gente per bene, di qualunque religione, che però non è cretina. Non siamo noi a dover rinunciare a qualcosa, sono gli altri che si devono adeguare ai nostri valori", aggiunge citando l'editoriale di oggi sul Corriere della Sera di Pietro Ostellino, che, dice, "andrebbe letto nelle scuole"
L'Islam, prosegue Salvini, "non è come le altre religioni e non va trattato come le altre. Prima di concedere loro degli spazi come le moschee meglio pensarci diciotto volte. E la sinistra che non lo capisce fa un favore ai terroristi".
A chi obietta che una moschea regolarmente autorizzata faciliterebbe anche il controllo e il lavoro degli apparati di sicurezza, Salvini replica che "ce l'hanno detto per tanti anni anche per viale Jenner, ma da lì poi sono passati terroristi di ogni risma".
Il segretario della Lega però si differenzia dalla collega transalpina Marine Le Pen su un argomento tradizionalmente caro alle destre, la pena capitale. Salvini si dice contrario all'introduzione della pena capitale nel nostro ordinamento, differenziandosi dalla leader del Front National che ha promesso, all'indomani degli attacchi terroristici che hanno colpito Parigi, di indire un referendum sulla reintroduzione della pena di morte, se vincerà le prossime elezioni presidenziali. "Mi accontenterei di un ergastolo e dei lavori forzati. Non penso che sia lo Stato a dover decidere di togliere la vita", dice Salvini.
Risponde poi di getto a chi gli chiede se abbia preoccupazioni per la propria sicurezza: "E chi si sente al sicuro, in questo momento? Confesso che ogni tanto mi domando se è giusto che io dica quello che penso. Ed è un brutto momento, quello in cui uno si trova a chiedersi se è giusto dire quello che pensa. Quello che mi preoccupa è che abbiamo al governo gente inconsapevole". Una militante da dietro: "Ti proteggiamo noi, Matteo!". E lui: "Sì, ma quelli sono piuttosto determinati...".
Sul fronte delle soluzioni, comunque, la ricetta della Lega è quella di sempre: "Innanzitutto chiudere le frontiere alle centinaia di migliaia di persone che arrivano da fuori. Ne bastano quattro! E poi verifichiamo tutte le presenze che ci sono in Italia. Questa è gente che va in giro per il mondo a combattere, gente che non deve più mettere piede né in Italia né in Francia".
Il problema però è che gli attentatori erano cittadini francesi, nati in Francia, e non arrivati con i barconi dalla Libia: "Però erano già segnalati", ribatte, riconoscendo che "questo è ancora più problematico" e che comunque dovrebbe far riflettere sul " fallimento del multiculturalismo".