Andrea Crisanti: "In Lombardia capire la fonte del contagio, io penso che sia alimentato dalla trasmissione interfamiliare". E rileva: "Contagiosità asintomatici paragonabile a quella dei malati"
"Sicuramente penso che la situazione della Lombardia sia tale che non abbiamo le risorse per un programma" di tamponi a tappeto, "che abbia un impatto rapido sull'epidemia. Lo stesso ritengo valga anche per altre situazioni. Si dovrebbe invece capire cosa alimenta il contagio. E io penso che il contagio in questo momento sia alimentato dalla trasmissione interfamiliare". Lo ha detto il microbiologo Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia dell'università di Padova, intervenendo a 'Mezz'ora in più' su Rai3 sull'emergenza coronavirus. "Noi stimiamo da 400 a 600mila infettati. La maggior parte sta a casa con i familiari. E noi abbiamo visto che un familiare di una persona infetta ha una probabilità di infettarsi 280 volte superiore rispetto a chi non vive con persone infette" ha aggiunto.
Crisanti ha detto anche che da quando sono stati presentati i risultati dello studio condotto a Vo' Euganeo sull'epidemia da nuovo coronavirus, "è stato evidenziato che gli asintomatici potevano contagiare. Hanno una carica virale paragonabile ai sintomatici. E questo è stato confermato anche da uno studio lombardo uscito 3 giorni fa. Il dramma italiano è dovuto al fatto che non si è prestata attenzione a ciò che avevamo sotto gli occhi".
Per quanto riguarda il modello di Vo' Euganeo, "faccio riferimento alla settimana dal 20 al 27 febbraio: noi abbiamo analizzato tutta la popolazione di Vo', circa 3mila persone, e subito il 26 febbraio avevamo evidenziato che il 3% delle persone era già positivo. Questo numero era un'enormità. Ed è stata sottovalutata questa osservazione. L'altro aspetto è che il 45% degli infetti sono totalmente asintomatici, non pre-asintomatici. Tanto è vero che siamo tornati 9 giorni dopo e abbiamo rifatto i test, e gli asintomatici erano ancora tali o avevano eliminato il virus. Quindi abbiamo fatto notare che gli asintomatici potevano contagiare".
"Io penso che questa battaglia si vince sul territorio - ha sottolineato - non sugli ospedali. Si vince quando riusciremo a creare la logistica e la capacità di individuare e bloccare il contagio".
"Non parlo di fare il tampone a tutti - ha precisato l'esperto - ma se le persone stanno in quarantena, la persona infetta si è presa l'infezione dagli amici, dai vicini, dai parenti. E questa ricerca va fatta. Dove l'epidemia non è esplosa si possono ottenere risultati fantastici. Il 'modello Vo' Euganeo' funziona e lo dimostra il fatto che non c'è più nessun caso. E Vo' è stato uno dei primi epicentri" dell'epidemia da nuovo coronavirus.