“Lo studio Echo ha portato risultati molto soddisfacenti: la terapia innovativa associata a chemioimmunoterapia con acalabrutinib ha dimostrato un miglioramento nei pazienti con linfoma mantellare in prima linea, quindi non precedentemente trattati, nella progressione libera da malattia e con un forte trend anche nei confronti di sopravvivenza globale. Quindi questa associazione, risultata anche poco tossica rispetto a quanto poteva essere atteso da una simile combinazione di più farmaci, diventerà un nuovo standard di terapia nei linfomi mantellari nei pazienti con 65 anni o oltre, quindi adulti e anziani, e rappresenterà uno step ulteriore nel miglioramento della sopravvivenza globale di questa importante patologia ematologica”. A dirlo, Carlo Visco, professore di ematologia e coordinatore dell’unità Linfomi all’università di Verona, in occasione della conferenza stampa dedicata alla presentazione dei risultati dello studio Echo su acalabrutinib in combinazione con chemio-immunoterapia nel trattamento di prima linea di pazienti over 65 con linfoma mantellare.