'Iniziativa coinvolge le famiglie e i professionisti del settore e le scuole, luogo cruciale per l'identificazione dei primi segnali della malattia'
"La campagna 'TD1 Passo avanti' rappresenta un'iniziativa fondamentale per sensibilizzare la comunità sulla rilevanza dello screening precoce e della diagnosi tempestiva del diabete di tipo 1. Attraverso un'azione mirata in 4 regioni italiane (Lombardia, Marche, Campania e Sardegna), nelle quali è già stato avviato il programma, questa campagna coinvolge non solo le famiglie e i professionisti del settore, ma anche le scuole, un luogo cruciale per l'identificazione dei primi segnali della malattia. Il nostro impegno è quello di garantire che il diabete di tipo 1 non comprometta la qualità di vita dei bambini, facendo 'un passo avanti' verso una maggiore consapevolezza, educazione, inclusione sociale e, soprattutto, un equo accesso alle cure". Lo ha detto Fabiano Marra, vicepresidente Diabete Italia Rete Associativa Odv e referente per l'età evolutiva, in occasione della presentazione - oggi a Roma - della campagna 'Un passo avanti', iniziativa voluta da Sanofi per sensibilizzare sul diabete autoimmune di tipo 1 (TD1) e la diagnosi precoce.
"Le attività nelle scuole, come la distribuzione di materiali educativi per insegnanti, bambini e famiglie, sono essenziali per creare una rete di supporto e per promuovere lo screening fin dai primi anni di vita - spiega Marra - Con l'aiuto delle istituzioni, delle società scientifiche e delle famiglie, possiamo fare la differenza nel migliorare la diagnosi, la gestione della malattia ed evitare le gravi conseguenze dell'esordio in chetoacidosi diabetica". Diabete Italia "ha accolto con entusiasmo questa campagna di sensibilizzazione e attraverso i suoi volontari sul territorio svolgerà un ruolo attivo nella promozione del programma di screening nelle rispettive comunità di riferimento".
Il momento della diagnosi della malattia in un bambino "per i genitori è devastante, uno choc perché l diabete non è una malattia che necessita solamente di essere curata da un punto di vista sanitario, ma è una patologia sociale che coinvolge tutto il nucleo familiare e tutta la comunità di riferimento, la scuola, le società sportive, i gruppi parrocchiali. Qualunque attività il bambino con diabete debba fare coinvolge molti altri soggetti. Come associazioni possiamo fare molto, fornendo il nostro contributo di persone che hanno già vissuto questa patologia e quindi garantire ai pazienti e alle famiglie una serenità maggiore per tutto quello che dovranno affrontare dal momento dell'esordio", conclude.