Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani, lancia l'allarme di fronte all’esplosione di tanti nuovi focolai
“Errore tragico aver detto che il virus è finito”. Lo dice intervistato da Il Giornale, Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di fronte all’esplosione di tanti nuovi focolai. E lancia un appello alla comunità scientifica: “Eviti di lanciare messaggi sbagliati che disorientano l’opinione pubblica”. “Vedo troppo rilassamento in giro. Mi preoccupa la caduta della vendita di mascherine. La comunità scientifica e tutte le istituzioni più importanti a cominciare dall’Organizzazione mondiale della Sanità hanno mandato messaggi contraddittori confondendo i cittadini, io non mi sono mai voluto candidare né nel partito degli ottimisti ne in quello dei pessimisti. Ma chi ha detto che il virus è finito ha compiuto un tragico errore”.
“Per i casi di importazione è necessario – ricorda – porre un’attenzione forte a porti, aeroporti e stazioni. La misurazione della temperatura e l’autocertificazione non sono misure sufficienti. Tutti coloro che provengono da Paesi dove il virus è in crescita, come il Messico, il Brasile o il Bangladesh, devono essere sottoposti a tampone per verificare l’eventuale positività”.