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Roberto Andò: "La Capria mi suggerì di fare 'Ferito a morte' a teatro"

Dopo il debutto al Mercadante di Napoli, ora in scena all'Argentina di Roma

Una scena di
Una scena di "Ferito a morte" al teatro Argentina di Roma
11 gennaio 2023 | 17.46
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"Un romanzo dal fortissimo impatto musicale, una orchestrazione di voci". Così il regista Roberto Andò descrive 'Ferito a morte', l'opera di Raffaele La Capria che, adattata da Emanuele Trevi, dopo il debutto di ottobre al teatro Mercadante di Napoli che lo ha prodotto e di cui Andò è direttore artistico, è in scena fino al 15 gennaio al teatro Argentina di Roma. "Pensare una regia come orchestrazione di voci nello spazio, con uno sconfinamento continuo dei piani temporali, vuol dire ripartire da una grammatica che non è lineare, come quella che troppo spesso a teatro va per la maggiore", lamenta il regista.

La compagnia teatrale, inevitabilmente folta per la rappresentazione di un romanzo così corale, vede salire sul palcoscenico ben sedici attori, fra cui Andrea Renzi e Sabatino Trombetta nel ruolo del narratore Massimo, rispettivamente adulto e giovane, Aurora Quattrocchi nelle vesti della nonna, Gea Martire in quelle della madre, Giovanni Ludeno nei panni del fratello. Tutto accade, anche se apparentemente nulla succede, a Napoli negli anni Cinquanta in un ambiente di alta borghesia - che in qualche modo può richiamare anche la raffigurazione dei 'Vitelloni' di felliniana memoria cinematografica - rievocato a distanza di anni dal protagonista. L'impianto scenografico agisce su più livelli: quello 'terreno' del palcoscenico, quello 'elevato' della terrazza di palazzo Donn'Anna, quello 'aereo' che riflette dall'alto la battigia con i personaggi che sembrano muoversi contemporaneamente sull'affaccio dell'edifico e in spiaggia lambiti dalle onde.

L'idea di portare 'Ferito a morte' a teatro, rivela ancora Roberto Andò, è nata da una proposta dello stesso autore. "Ma perché non lo vuoi fare a teatro, se il romanzo ti è piaciuto così tanto?", gli chiese Raffaele La Capria qualche anno fa. Da lì, l'dea è "frullata nella testa e riaffiorata con prepotenza", fino alla sua realizzazione, cui lo scrittore non ha potuto assistere, essendo scomparso nel giugno scorso, quattro mesi prima della rappresentazione e tre mesi prima di compiere cento anni.

(di Enzo Bonaiuto)

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