Cicchetti: "Mi riferisco ai giovani di Reggio Calabria, ai ragazzi che resistettero nel 1970"
"Ma quale fascismo, io citando il motto 'Boia chi molla', mi riferisco ai giovani di Reggio Calabria, ai ragazzi che resistettero nel 1970, io sono nato nel 1952, non c'entro nulla con il fascismo". Lo dice all'AdnKronos Antonio Cicchetti, sindaco uscente di Rieti e esponente di Forza Italia, finito nella bufera per le sue parole in campagna elettorale, dove sostiene ora Daniele Sinibaldi, candidato di Fratelli d'Italia. Nel corso di un comizio, il cui video sta facendo il giro del web, Cicchetti, tre volte primo cittadino di Rieti, ex dirigente del Fronte della gioventù e poi militante del Msi, ha scandito queste parole dal palco: "Dobbiamo andare avanti col grido di battaglia che è sempre il solito: 'Boia chi molla'". Parole subito contestate da Emanuele Fiano del Pd, e dal presidente della Commissione Giustizia della Camera, Mario Perantoni. "Fiano? - dice Cicchetti - Lui ha coda di paglia lunga un km, è l'unico di cui non mi interessa affatto il giudizio, come anche di Perantoni, che non so neanche chi sia".
Poi Cicchetti rivendica il suo essere politicamente scorretto: "Sì, lo sono, e guardi potevo pure ricandidarmi per la quarta volta e non lo faccio...". "Ripeto - scandisce - il mio era solo un invito a non mollare in campagna elettorale, un insegnamento ai giovani, a non sentirsi sicuri della vittoria, a non trascurare la campagna elettorale, nulla più". Così conclude: "Ma quale fascismo, io non sono neanche di fratelli d'Italia, io sono di Forza Italia...".