13 settembre 2021 | 07.23
LETTURA: 3 minuti
Si è parlato delle risorse del Pnrr e dell’assegnazione dei fondi al Sud durante il secondo forum della giornata conclusiva dell’International Annual Meeting SUDeFUTURI III - (R)INNOVIAMO IL MEZZOGIORNO, organizzato al Castello Ruffo dalla Fondazione Magna Grecia. “Personalmente non ritengo ci siano state ingiustizie nella ripartizione delle somme -ha affermato Biagio Mazzotta, Ragioniere Generale dello Stato. Alcuni enti del Nord hanno già presentato progetti, però mi risulta che al momento non ce ne sia nessuno dal Meridione. Il tema della progettazione è fondamentale: il Sud ha la priorità ma i progetti devono esserci. Invece nel Mezzogiorno la progettazione è un po’ più scarsa e c’è un divario da colmare. Sulla capacità di intercettare e utilizzare fondi nazionali, dalle analisi risulta che il Mezzogiorno presenta tanti progetti, forse più del Nord ma una parte, intorno al 20% non è dichiarata ammissibile. Se poi guardiamo i tempi, il Nord è più veloce e lo stesso vale per le percentuali degli impegni di spesa”.
Immediata la replica di Francesca Moraci, docente UNIRC, urbanista ed ex componente il CdA del Gruppo FS, che ha ricordato che “tra il 2000 e il 2017 il Sud ha accumulato un gap strutturale e infrastrutturale per l’assenza 840 miliardi di euro. Serve un sistema-Paese che sia competitivo e incastonato nell’euromediterraneo. Presto le Regioni si renderanno conto di non poter più essere un traino. È reale il tema della progettazione: il rallentamento con il quale al Sud si portano avanti le opere ha aumentato il divario, serve quindi una spinta necessaria dal punto di vista amministrativo. Rispetto poi al ponte sullo Stretto, sul quale finora si è fatto opinionismo ideologico ma non un confronto reale dal punto di vista scientifico sulla risoluzione dei temi. La grande operazione che andrebbe fatta è quella di un’assunzione di responsabilità dicendo le cose come stanno, perché senza conoscenza della realtà da parte dei cittadini non possiamo avere lo sviluppo che vogliamo”.
"Purtroppo -ha sottolineato Paolo Mieli, che ha condotto il forum- per molti il ponte sullo Stretto significa Berlusconi, ma non è così. Si fanno progetti per l’alta velocità ma senza il ponte non se ne fa nulla. Se non si parte dalla rete ferroviaria e non si chiudono gli aeroporti cosa potranno mai fare Calabria e Sicilia? Personalmente sono convinto che per far rivivere i borghi bisognerebbe far convergere in varie regioni d’Italia i miliardari, creando dei poli del lusso. È stato fatto in Sicilia, in Campania e in Puglia, perché in Calabria no? Il turismo calabrese pensa che il massimo che può fare sia abbellire o modernizzare, ma nessuno ha mai pensato di far fare un salto micidiale che renda accessibili certi siti solo mai miliardari. Anche perché, quando arrivano loro si fanno strade, aeroporti e altro”. “Il Sud ha luoghi bellissimi anche nelle aree interne, che però subiscono lo spopolamento -ha commentato Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia. Oltre alla spinta che potrebbe arrivare dal turismo, il post pandemia sta portando anche altro. Molti hanno iniziato a lavorare a distanza, motivo in più perché con le infrastrutture fisiche e digitali c’è la possibilità nuova di far rivivere questi luoghi. Vendere case a un euro non è la ricetta: bisogna far rivivere i nostri borghi, non regalarli. Non c’è smart working che tenga se voglio stare tre giorni a Roma e poi vivere in uno splendido luogo se poi non ci posso arrivare o se ci voglio stare sempre ma non ho internet”. “Abbiamo poco tempo e i tempi sono fondamentali -ha aggiunto Fabrizio Frullani, giornalista del TG 2. Adesso c’è il primo banco di prova. A luglio abbiamo avuto i primi 25 miliardi, ora dobbiamo andare avanti e seguire la parte progettuale. Altro discorso da collegare è quello della sostenibilità ambientale e della transizione ecologica. Questa è un’occasione storica da cogliere con tutte le forze possibili, con la disponibilità di tutti, perché questo è un momento fondamentale”.