E' stato convocato alle 11. Questa mattina Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in seduta straordinaria
Riflettori accesi sulla quarantena Covid e sull'ipotesi di una riduzione per i vaccinati con la terza dose entrati a contatto con un positivo. Per affrontare la tematica è stato convocato il Cts oggi alle 11 mentre il presidente Massimiliano Fedriga ha convocato la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in seduta straordinaria per le 9.30. All’ordine del giorno della Conferenza delle Regioni la proposta per la ridefinizione di isolamento e quarantena e per la rimodulazione del contact tracing nei contesti ad elevata incidenza.
''Sono necessarie un'analisi dei ricoveri per capire quanti sono causati da Omicron e una serie di valutazioni sulla capacità di penetrazione di questa variante per arrivare a prefigurare uno scenario'', dice all'Adnkronos Fabio Ciciliano, dirigente medico della Polizia, esperto in gestione delle emergenze e componente del Comitato tecnico scientifico.
''E' vero che visti i dati dei contagiati da un punto di vista socio-economico c'è il rischio che il Paese si fermi, perché potenzialmente potremmo avere milioni di persone bloccate a casa - sottolinea - E' già accaduto per gli aerei che sono rimasti a terra a causa degli equipaggi in quarantena. D'altro canto non si può sottovalutare che c'è un rischio oggettivo perché riducendo la quarantena per i contatti stretti dei positivi si manderebbero in giro persone che potenzialmente possono infettarne altre, compresi i non vaccinati. In questo caso si potrebbe avere un effetto rebound sui ricoveri''.
''La capacità di infezione della variante Omicron è molto più alta e quindi riesce a essere maggiormente intrusiva nella popolazione dei non vaccinati - spiega - E' vero che chi ha la terza dose ha quasi sempre una completa assenza di sintomi o una manifestazione sfumata della malattia accompagnata a un'importante riduzione della capacità di trasmettere ma questa importante riduzione della capacità di trasmettere non significa che il virus non si trasmetta''.
GOVERNATORI - Per il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, "dobbiamo cambiare le regole che valevano per il virus di prima, che si presentava in modo diverso. Credo sia giusto cambiare le regole e privilegiare chi ha completato il ciclo vaccinale e ha rispettato gli inviti che arrivano dal governo e dalle Regioni” dice ospite di e-Venti su SkyTg24. Oggi, tra le proposte che la Conferenza Stato Regioni avanzerà al Cts c’è quella di “togliere o ridurre la quarantena per i contatti dei positivi che hanno la terza dose. Credo - sottolinea - che si possa fare una valutazione sul cambio delle regole per la quarantena. Noi ci atteniamo come sempre alle indicazioni del Cts e della scienza” ma “non possiamo dimenticare le esigenze della vita ordinaria” e della quotidianità “che deve proseguire”.
Per il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è "bene che il Comitato Tecnico Scientifico stia valutando di ridurre a 5 giorni la quarantena per chi ha fatto la terza dose di vaccino anti Covid. Ma se non vogliamo ritrovarci con metà degli italiani isolati in casa, dobbiamo cambiare le regole in fretta e ripensare anche alle quarantene per i contatti dei positivi. Non possiamo rischiare di bloccare un Paese intero".
"Noi siamo d'accordo con l'orientamento generale dei colleghi presidenti delle Regione affinché il governo possa rivedere le regole che disciplinano la quarantena. E' un fatto di giustizia. Chi si è già sottoposto al vaccino ha il diritto di potersi muovere con maggiore facilità", dice Nello Musumeci intervenendo a Omnibus su La 7. "Sono regole che se non venissero cambiate rischierebbero di bloccare una parte del Paese".
GLI ESPERTI - Per gli anestesisti però "sotto il profilo sanitario, l'abbiamo visto in Germania, è più efficace un lockdown per i non vaccinati che andare a ridurre la quarantena per i contatti di un positivo. Ma sono scelte che deve fare la politica, tenendo conto anche di un equilibrio con le attività economiche e sociali del Paese", sottolinea all'Adnkronos Salute Alessandro Vergallo, presidente nazionale dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac).
La riduzione della quarantena per i vaccinati con tre dosi "sotto l'aspetto medico-epidemiologico sarebbe un errore" secondo Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, intervenuto su Cusano Italia Tv. "Aumentiamo il rischio che persone contagiate possano diffondere ulteriormente il virus. La variante iniziale del coronavirus aveva un tempo di latenza che poteva arrivare anche a due settimane, man mano questo periodo di incubazione è diventato più rapido, ma può arrivare anche a 7 giorni: ridurre la quarantena a meno di 7 giorni è rischioso, soprattutto con una variante così contagiosa come questa" avverte Andreoni.
La possibile decisione del Cts su una riduzione della quarantena per le persone, vaccinate, che hanno avuto un contatto con un positivo "è corretta se la prevalenza della variante Omicron è ormai superiore alla Delta" dice all'Adnkronos Salute Guido Rasi, già direttore dell'Ema, oggi consulente del commissario per l'emergenza Covid-19 Francesco Paolo Figliuolo e direttore scientifico Consulcesi Club.
Le due varianti "hanno tempi di incubazione diversi", ricorda Rasi. Perciò "occorre capire a chi si può applicare questa mini quarantena - precisa - chi ha avuto un contatto con un positivo ha bisogno di un tempo di osservazione di 48-72 ore e dobbiamo essere sicuri di trovarci in presenza di Omicron e non di Delta".
La riduzione dei tempi di quarantena per i vaccinati con la terza dose di vaccino anti-Covid "non è sicuramente una decisione facile da prendere, dal momento che non si hanno ancora certezze che il periodo di incubazione della variante Omicron sia più breve, come sembra, ma soprattutto perché circola ancora la Delta, non dimentichiamolo". E' la premessa del presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), Claudio Mastroianni, sentito dall'Adnkronos Salute. "Detto ciò, vista la situazione emergenziale - afferma - si può pensare a una quarantena ridotta, a patto che il vaccinato con tre dosi, dopo un contatto stretto con positivo, entri nella sorveglianza, osservi rigorosamente l'uso della mascherina anche in famiglia, misuri la febbre mattina e sera e appena abbia sintomi faccia il tampone. E questo fino al settimo-decimo giorno, anche se al quinto dovesse uscire dall'isolamento fiduciario".
Mastroianni, che è direttore di Malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma, riconosce che "in questo momento l'ideale sarebbe mantenere la quarantena attuale, ma dovendo prendere una decisione, bisogna valutare tantissimi fattori che entrano in gioco in un probabile contatto stretto". Quanto alla proposta di alcuni esperti di rivedere anche il concetto e la definizione di 'contatto stretto', a partire dal fatto che oggi viene ritenuto ancora ad alto rischio chi ha stretto la mano a qualcuno poi risultato positivo, l'esperto replica: "Assolutamente no. Data la diffusività di Omicron su questo punto non si può 'alleggerire' nulla".
Una decisione sulla quarantena è stata presa dai Cdc Usa. "Come sempre gli americani sono i più pragmatici e soprattutto usano il buon senso. Chissà se anche da noi si seguirà il buon senso, oltre che le evidenze scientifiche. Me lo auguro" commenta Matteo Bassetti. Ecco la strategia Usa riassunta su Facebook dal direttore della Clinica di malattie infettive all'ospedale Policlinico San Martino di Genova: "Se sei positivo, sia vaccinato che non vaccinato, stai a casa per 5 giorni e se non hai più sintomi puoi uscire continuando a metterti la mascherina per altri 5 giorni. Se hai avuto contatto con un positivo e sei vaccinato con tripla dose, oppure con due entro 6 mesi oppure con J&J entro 2 mesi, non è necessaria la quarantena, ma solo mettere la mascherina quando sei a contatto con altri per 10 giorni e al quinto giorno, se possibile, puoi fare un tampone. Se invece hai avuto un contatto e sei non vaccinato o non hai completato il ciclo vaccinale (6 mesi dopo la seconda dose per esempio), stai a casa per 5 giorni e poi continua a usare mascherina per altri 5 giorni e, se possibile, fai un tampone dopo 5 giorni. Se per qualunque ragione non puoi fare quarantena, metti la mascherina per 10 giorni".