Il senatore commenta con l'Adnkronos la legge che può bandire l'app cinese dagli Stati Uniti, e il Memorandum firmato da Tajani e Blinken a Capri
O vendi, o chiudi. Gli Stati Uniti spingono sulla legge che costringerebbe ByteDance, la società cinese proprietaria di TikTok, a cedere le quote ad azionisti non cinesi o a vedere l’app bandita dal suolo e dagli smartphone americani. Sabato la Camera voterà il pacchetto di aiuti per Israele e Ucraina, all’interno del quale è stata inserita anche la norma su TikTok, con una modifica: invece di sei mesi, la società avrebbe fino a un anno per trovare degli acquirenti “potabili”. Se gli Stati Uniti sono pronti a una legge bipartisan per togliere il controllo della piattaforma al governo cinese (per quanto TikTok possa smentire, tutte le società cinesi, per legge, sono sottoposte al controllo e alla direzione di Pechino), cosa fa l’Europa, e in particolare l’Italia? L’Adnkronos ha contattato il senatore Giulio Terzi di Sant’Agata, presidente della commissione Politiche Ue del Senato.
“TikTok è una delle piattaforme più pericolose e di maggior rischio”, esordisce Terzi, “non solo per l’impatto nefasto sui giovani, ormai dimostrato, ma perché dipende dal regime cinese e non garantisce nessun tipo di affidabilità. È usato da Russia e Cina per spingere la propaganda che inquina il nostro dibattito pubblico, in particolare sulle questioni legate all’Ucraina e Gaza. Ieri il ministro Antonio Tajani e il segretario di Stato Antony Blinken hanno firmato un fondamentale Memorandum of Understanding tra il governo italiano e quello americano, proprio per combattere la disinformazione e la manipolazione informativa straniera. Se gli Stati Uniti, nostro alleato nella Nato, preparano una legge che obbliga TikTok al disinvestimento da parte degli azionisti cinesi, credo che l’Europa debba agire al più presto per coordinare un’azione decisa a tutela del nostro processo democratico”, prosegue il senatore Terzi.
“So da esperti della Silicon Valley, che hanno analizzato dati e portato riscontri molto chiari, che la Cina ha ingaggiato centinaia di influencer europei e americani, ciascuno con decine di migliaia di follower, per spingere la propria visione anti-occidentale. TikTok è una app molto diffusa, ma stavolta la politica (per ora solo americana) non cede alla ‘pancia’ dei cittadini ma mette al primo posto il loro benessere psichico e il rispetto della libertà e dello Stato di diritto”, conclude Terzi.