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Strage Nassiriya, da Mattarella a Meloni il ricordo delle vittime italiane

I messaggi in occasione della Giornata del Ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace

Strage di Nassiriya
Strage di Nassiriya
12 novembre 2024 | 09.52
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L’Italia rende omaggio ai 19 italiani che 21 anni fa, il 12 novembre 2003, rimasero uccisi nella strage di Nassiriya. "Un tremendo attentato che rimarrà sempre scolpito nella nostra mente" scrive sui social la presidente del consiglio Giorgia Meloni.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio al ministro della Difesa Guido Crosetto. "Nella Giornata del Ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace - dice il Capo dello Stato - il pensiero va a coloro che, animati da profondo senso del dovere, dedizione e coraggio, hanno donato la propria vita per l’Italia e per i valori della pace e della cooperazione internazionale". "A ventun anni dal tragico attentato di Nassiriya, rinnoviamo la memoria dei 19 italiani che persero la vita in quell'orribile atto di violenza, insieme agli iracheni che condivisero il medesimo tragico destino, e con loro, quella di tutti i caduti nelle missioni internazionali. La loro morte richiama il valore dell’impegno per la costruzione di un mondo più giusto, libero dalle atrocità della guerra e dal peso dell’oppressione", prosegue MAttarella. "Il ritorno di conflitti su larga scala e il crescere di tensioni che minacciano la sicurezza collettiva, sottolineano il ruolo delle missioni internazionali per costruire ponti di dialogo e arginare la violenza", dice il capo dello Stato.

Meloni: l'Italia non dimentica

"In questo giorno di ricordo e commozione - afferma Meloni - la nostra riconoscenza va a quanti hanno sacrificato la vita nell’adempimento del proprio dovere, unitamente al ringraziamento di tutto il Governo italiano, mio in primis, alle donne e agli uomini delle Forze Armate che, impegnati anche nelle aree più difficili, operano ogni giorno per la costruzione della pace con dedizione, profondo senso di umanità e amore per la Patria. L’Italia non dimentica", conclude la premier.

Crosetto: "Ci inginocchiamo ai nostri caduti morti per servire il Paese"

“So che questo per voi è un momento di sofferenza, non di gioia, ma è un dovere ricordare le persone che siamo qua oggi a ricordare. Non esiste nessun italiano, per quanto grande sia stato, che venga ricordato ogni anno con una messa alla quale partecipano tutte le più alte cariche dello Stato, non c’è nessuno tra i grandi di questo Paese che ogni anno venga ricordato con una celebrazione come questa, qualunque sia il governo, il Ministro, il Capo di Stato Maggiore”, afferma il ministro della Difesa Guido Crosetto rivolgendosi direttamente ai familiari dei caduti che hanno partecipato alla celebrazione all'Ara Coeli in ricordo dei militari e civili caduti per difendere il Paese. “Non c’è nessuno a cui lo Stato si inchini ogni anno - ha detto - Lo facciamo coi nostri caduti, non collettivamente ma ricordandoli uno ad uno, senza pensare se sono morti in Kosovo o in Iraq, in Afghanistan 30, 45 o 5 anni fa. Lo Stato non dimentica, li ricorda onorandoli all’altare della patria e qui. Lo facciamo non solo per ricordare il sacrificio dei vostri cari, militari e civili, morti all'estero per questo Paese. Lo facciamo anche perché noi vogliamo ricordare quel sacrificio, perché ricordando quel sacrificio noi sappiamo quanto siano grandi le nostre responsabilità quando oggi ce ne assumiamo mandando altri ragazzi all'estero, perché abbiamo sempre pensato che la fosse fondamentale per la nostra esistenza democratica, per il nostro Paese”.

“E ricordare il sacrificio dei vostri figli - continua rivolgendosi ancora una volta ai familiari - dei vostri fratelli, dei vostri padri, dei vostri nonni, ci serve per ricordarci che quando adesso decidiamo di chiedere a dei nostri uomini e donne di andare all'estero, in difesa della pace, dobbiamo farlo pensando che tutto può succedere, pensando di garantire al massimo la loro sicurezza. Non tutti diamo la vita per tutto questo, solo alcuni di noi e oggi siamo qua oggi a inginocchiarci a loro, a ricordare quello che è stato fatto singolarmente. Hanno perso la vita perché erano in un luogo per servire il loro Paese: questo è quello che onoro, questo è quello a cui mi inchino, quindi dico grazie a voi perché non possiamo dire grazie a loro, grazie a voi che portate nel vostro cuore la ferita del loro sacrificio e so che non si rimargina mai. Per noi c'è una volta l'anno, per voi c’è 365 giorni. Grazie per la sofferenza che voi portate con dignità e per l'esempio che date, essendo con noi a ricordare i vostri cari”.

Piantedosi: gratitudine per italiani che hanno sacrificato vita per Paese

“Nella ‘Giornata del ricordo dei Caduti Militari e Civili nelle missioni internazionali per la pace’ la mia commossa gratitudine va a tutti gli italiani che hanno sacrificato la propria vita al servizio del nostro Paese e della Comunità internazionale, operando con valore e coraggio in complessi teatri di crisi per difendere la pace e la libertà”, ha dichiarato il Ministro dell’interno, Matteo Piantedosi.

“Oggi commemoriamo anche i nostri connazionali che, impegnati con onore e dedizione per garantire la sicurezza della popolazione, ventuno anni fa rimasero vittime del primo tragico attentato a Nassiriya, città poi colpita da altri due violenti attacchi terroristici, nel 2004 e nel 2006. Nel ricordare con riconoscenza il sacrificio dei nostri caduti, rivolgo la mia sincera vicinanza alle loro famiglie”, ha concluso il titolare del Viminale.

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