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Israele-Gaza, Meloni sente presidente Iran: "Evitare escalation e riaprire dialogo"

"Costante impegno dell'Italia per pace e stabilità della regione"

Giorgia Meloni e Masoud Pezeshkian (Fotogramma/Ipa)
Giorgia Meloni e Masoud Pezeshkian (Fotogramma/Ipa)
08 agosto 2024 | 17.55
LETTURA: 3 minuti

Si moltiplicano gli appelli a Iran e Israele per evitare un allargamento del conflitto in Medio Oriente. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nell'ambito dei contatti che sta tenendo in questi giorni sulla situazione mediorientale, ha avuto oggi un colloquio telefonico con il presidente della Repubblica Islamica d'Iran, Masoud Pezeshkian. Lo rende noto Palazzo Chigi.

La premier Meloni, si legge nel comunicato, "ha sottolineato la necessità di scongiurare un allargamento del conflitto in corso a Gaza, anche con riferimento al Libano, invitando l'interlocutore a evitare un'ulteriore escalation e a riaprire la via del dialogo".

Meloni "ha infine reiterato il costante impegno dell'Italia a favorire la pace e la stabilità della regione attraverso il necessario raggiungimento del cessate il fuoco nella Striscia, la liberazione degli ostaggi e il rafforzamento dell'aiuto umanitario alla popolazione civile", conclude Palazzo Chigi.

Tajani: "Reazione Iran inevitabile, speriamo chiuda fase"

Arrivare quanto prima a "un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza è un elemento chiave per la de-escalation, vedremo quale sarà la reazione iraniana dopo gli attacchi che hanno portato alla morte del leader di Hamas: credo che una reazione sarà inevitabile, ci auguriamo che non ci siano vittime e che si concluda questa fase - ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ai microfoni del Giornale radio Rai - L'appello che lanciamo a Iran e Israele è di non incrementare gli scontri e ridurre il conflitto che non può diventare regionale: su questo c'è l'impegno dei Paesi del G7 e di tanti Paesi arabi con cui condividiamo la visione politica per la stabilità del Medio Oriente". "L'obiettivo due popoli due Stati - ha aggiunto - non è facile ma non bisogna mai rinunciare all'impegno per raggiungere il risultato ottimale".

Media arabi: "Proposta accordo complessivo per fermare guerra e impedire risposta Iran"

La diplomazia è al lavoro. Secondo quanto riporta il sito del quotidiano Al-Araby Al-Jadeed, ritenuto vicino alle autorità del Qatar, funzionari occidentali starebbero cercando di "convincere le parti interessate nella regione" in merito "ad una nuova proposta per raggiungere la cosiddetta calma sostenibile", che comprende "la fine della guerra a Gaza e la conclusione di un accordo di scambio di prigionieri" a condizione che "l'Iran e gli Hezbollah rinuncino ad attaccare Israele”.

Il quotidiano sostiene che "la proposta è stata ampiamente diffusa negli ultimi quattro giorni nei circoli occidentali e arabi strettamente legati alle parti in conflitto, compresi Paesi della regione che intrattengono rapporti amichevoli con Teheran e hanno svolto un ruolo di mediazione tra quest’ultima e le potenze occidentali nei periodi precedenti durante le discussioni sull’accordo nucleare".

"Fonti occidentali che hanno familiarità con le consultazioni degli ambienti interessati alla proposta suggeriscono la possibilità che Teheran e Hezbollah accettino l’idea, soprattutto nel caso in cui l'accordo soddisfi le richieste di Gaza e metta fine alla guerra”, rimarca il quotidiano edito a Londra.

Gli ambienti che promuovono la proposta lontano dai media -secondo Al-Araby Al-Jadeed - ritengono che “l’occasione possa essere favorevole, alla luce del desiderio e degli sforzi americani e occidentali per prevenire l’escalation e fermare la risposta dell’Iran e di Hezbollah all’assassinio del capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, e il leader militare di Hezbollah, Fouad Shukr”.

Secondo gli stessi promotori della proposta “la presenza di Yahya Sinwar alla guida dell'ufficio politico del movimento Hamas, succedendo ad Haniyeh, può essere una buona opportunità data l'influenza di cui gode all'interno del movimento, cosa che faciliterebbe il processo di decisione in caso di raggiungimento di un accordo che tenga conto delle richieste della Resistenza”.

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