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Verso l'accordo sulla Consulta, due donne nel pacchetto? Oltre Mastroiacovo spunta Palmieri Sandulli

si punta a fumata bianca in seduta Camere del 14, Fi ancora non scioglie riserva su suo candidato

Palazzo della Consulta
Palazzo della Consulta
10 gennaio 2025 | 18.05
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L'accordo c'è? Parrebbe di sì con i professori Francesco Saverio Marini per Fdi, Massimo Luciani per il Pd, Valeria Mastroiacovo come tecnica-indipendente e per Fi, la cui posizione è ancora indefinita, gli avvocati Pierantonio Zanettin o Francesco Paolo Sisto. Ma c'è il tam tam di un 'alto' nome istituzionale, che complica politicamente gli equilibri e che potrebbe disfare l'intera pariglia, per ricomporla poi in un quadro diverso, in vista della seduta delle Camere martedì prossimo per l'elezione di 4 giudici della Corte costituzionale. Il nome è quello dell'avvocato generale dello Stato, in carica dall'8 agosto 2019, Gabriella Palmieri Sandulli, nuora dell'ex presidente della Corte costituzionale e senatore Dc Aldo Mazzini Sandulli. La donna nello scenario di accordo 2+1+1, due giudici alla maggioranza, uno all'opposizione e uno 'tecnico/indipendente', che diventa l'ago della bilancia.

La quarta casella sarebbe stata invece data per certa alla stimata giurista cattolica Valeria Mastroiacovo, segretario Centrale dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani (Ugci) e professore ordinario di Diritto tributario presso l’Università degli Studi di Foggia. Dopo aver messo un piede nel 2018 a Palazzo della Consulta come assistente di studio del giudice costituzionale Luca Antonini (in quota Lega), dal 2021 Mastroiacovo è entrata a far parte dell'Ufficio studi dell'intera Corte, quale "pilastro", si dice a Palazzo della Consulta, nella sua materia (diritto tributario) a supporto di tutti i giudici costituzionali.

Il profilo di entrambe le donne è altissimo: ma ci sono due fattori che i sostenitori dell'una o dell'altra tirano in ballo per perorare la propria causa. Di Mastroiacovo, che non ha mai avuto alcun incarico politico, è malvisto l'aver lavorato quale assistente di un giudice costituzionale in quota Carroccio, punto del curriculum che secondo l'opposizione, in particolare Pd, (e forse anche tra le forze della stessa maggioranza) potrebbe sbilanciare gli equilibri nello scenario 2+1+1.

Di contro, a Palmieri Sandulli, che se eletta sarebbe il secondo avvocato generale dello Stato nominato a Palazzo della Consulta dopo Luigi Mazzella nel 2001, vengono contestati numerosi incarichi politici avuti nel passato, che colorerebbero il suo ruolo di tecnico. Palmieri Sandulli infatti, a vario titolo, ha lavorato nei governi Berlusconi II e IV, Prodi, Gentiloni, Letta, Renzi, Draghi. Insomma, a seconda dei punti di vista Palmieri Sandulli potrebbe essere messa in quota Pd o Fi, con ripercussioni sul quadro complessivo dell'accordo: come se dem e azzurri portassero a casa 1,5 caselle a testa, mentre il partito di maggioranza Fdi solo una.

"Si tratta di vedere dove vogliono trovare l'equilibrio e se si considera anche un bilanciamento di ordine 'culturale' della Corte, che contempli tutte gli orientamenti della cultura italiana, tra cui la rappresentanza del mondo cattolico. Ma c'è una parte del Pd, indifferente a questo aspetto, che punta alla componente laica e che in questo senso può avere interesse a favorire Fi", commenta all'Adnkronos una fonte d'area popolare prossima alla Conferenza episcopale italiana. Non nominare Mastroiacovo, che anche in qualità del suo ruolo in Ugci avrebbe avuto il placet della Cei, altererebbe l'equilibrio generale perché "siamo tutti cattolici anche se un popolo di miscredenti, come diceva Benedetto Croce".

Per la quadra sarà dunque decisivo lo scioglimento delle riserve di Fi che per superare l'impasse interno dovuto alla difficoltà di scelta del candidato fra il viceministro della Giustizia Sisto e il capogruppo del partito nella Commissione giustizia di Palazzo Madama Zanettin, potrebbe avere convenienza a candidare Palmieri Sandulli, professionista di altissimo profilo già molto apprezzata da Silvio Berlusconi. In questo caso oltre alla 'tecnica' Mastroiacovo, gli azzurri si intesterebbero il merito di una seconda quota rosa al Palazzo della Consulta. Ma è un'ipotesi che per ora resta solo sullo sfondo. (di Roberta Lanzara)

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