"Sono dell’idea che l’era salviniana della Lega si stia avviando alla sua estinzione, politicamente parlando" dice Tony Iwobi, ex senatore leghista, all’Adnkronos a pochi giorni dal congresso lombardo del 15 dicembre, dove verrà eletto il prossimo segretario regionale. In lizza ci sono il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo e il deputato Luca Toccalini, già segretario generale della Lega Giovani. L’ex senatore, ora passato a Forza Italia, sottolinea come il partito guidato dal vicepremier abbia smarrito il senso di novità che lo caratterizzava in passato: "Non mi rispecchiavo più nel progetto politico della Lega di Salvini, né nella deriva verso l’estrema destra che sta portando avanti". La decisione di lasciare, tuttavia, è stata presa con pacatezza e senza recriminazioni: "Ho voluto uscire pacificamente, senza criticare nessuno e senza sputare nel piatto dove ho mangiato”.
Per Iwobi ogni partito ha il proprio ciclo di vita, e quello del Carroccio di Matteo Salvini sembra essere giunto alla fine. Possiamo dire che tornerà la Lega del 2019? “Credo di no – risponde -. Il tempo cambia e la storia si ripete. Così come Renzi o i partiti della Prima Repubblica, tutto muta e si va avanti”. La capacità di rinnovarsi seguendo i tempi è fondamentale, l’ex senatore sottolinea come questo processo sarà difficile da portare a termine per questa Lega. Iwobi rivela di aver cercato, durante la sua permanenza nel partito, di richiamare l’attenzione su una mancanza di visione a lungo termine perché "un partito senza un progetto preciso è destinato a non durare”. “Ho sempre cercato di far capire ai miei ex colleghi quale fosse il nostro progetto politico, ma sembra che quel progetto sia stato dimenticato”. Il federalismo, tema che lo aveva inizialmente avvicinato alle posizioni bossiane, è stato, a suo avviso, messo da parte. Tuttavia, rimarca: “Credo tutt’oggi che il federalismo possa salvare questa nazione. Era il motivo per cui mi ero iscritto alla Lega, ma con il tempo è stato relegato nel cassetto”.
In Forza Italia, Iwobi sostiene di trovarsi a suo agio, trovando nella leadership del ministro degli Esteri Antonio Tajani un riferimento politico in linea con i suoi ideali: “Qui sto bene, mi rispecchio nella politica che il ministro sta portando avanti e non mi interessano le ricandidature”. Al centro del suo impegno, rimane la volontà di essere "più vicino alla gente, ai problemi del paese” con un approccio concreto e moderato. Ora che è in ‘pensione’, l’ex senatore guarda al futuro con una prospettiva nuova, concentrandosi su una politica che definisce "reale" e "orientata alle esigenze delle persone". Con la Lega potrà esserci stata una chiusura definitiva, ma l’obiettivo è di continuare a contribuire al dibattito politico con un approccio costruttivo e moderato.