Il direttore artistico e presidente dell'Atp: "Lo spettatore magari prima di entrare in sala va al bar o al ristorante o la notte prima in discoteca e poi si contagia a teatro?"
"Forse volevano dirottare un po' di pubblico verso le discoteche, pensando che lì senza mascherine non ci si contagi e a teatro invece si prende il Covid...". E l'ironica risposta con la quale Massimo Romeo Piparo, direttore artistico del Sistina di Roma e presidente dell'Atp, l'Associazione teatri privati, risponde all'AdnKronos sulla decisione del Governo di escludere l'uso delle mascherine nella maggior parte dei luoghi chiusi, ma di mantenerle nelle sale teatrali e cinematografiche.
"Che dire? Oramai ci siamo abituati a tutto, purtroppo. Ci siamo assuefatti a ogni novità e questa è la cosa più grave. Vorrà dire che anche l'ultimo mese della stagione teatrale ce lo faremo obbligando gli spettatori a indossare per tutto il tempo le mascherine", commenta Piparo. "Sono norme fatte ragionando non dal punto di vista scientifico ma solo dal punto di vista economico; ma allora il discorso economico deve valere anche per cinema e teatri".
Osserva Piparo: "Sarei anche d'accordo sul mantenimento delle mascherine, per una misura di prudenza: ma quello che non può trovarmi d'accordo è averle tolte praticamente in tutti gli altri posti. Lo spettatore magari prima di entrare a teatro va al bar o al ristorante, oppure la notte prima è stato in discoteca... e poi si contagia a teatro? - si chiede il direttore artistico del Sistina - Contento che ci siano ancora le mascherine a teatro ma andavano lasciate anche negli altri ambiti, vista l'abolizione di fatto del green pass".
(di Enzo Bonaiuto)