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Petruzzelli (Favo), ‘pazienti vaccinati presso strutture che li hanno in cura’

'E' la scommessa che dobbiamo vincere'

Petruzzelli (Favo), ‘pazienti vaccinati presso strutture che li hanno in cura’
28 giugno 2023 | 17.06
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“I vaccini vanno visti oggi come parte integrante della cura e se sono parte integrante della cura devono diventare parte integrante del sistema. E se devono diventare parte integrante del sistema devono stare, nel caso dell’oncologia, probabilmente assieme alle reti oncologiche. Sottolineo, però, che è importante delineare anche dei percorsi operativi: i pazienti ci dicono che preferiscono essere vaccinati presso la struttura che li ha in cura e quella è la scommessa che dobbiamo andare a vincere, perché se la vaccinazione è parte del percorso di cura, probabilmente è lì che dovremmo farla”. Così Davide Petruzzelli, consigliere della Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo) e presidente de ‘La lampada di Aladino Ets’, oggi a Roma, a margine del convegno “Frames - Messa a fuoco sull’Herpes Zoster. Nuove prospettive di prevenzione nel paziente oncologico”, promosso da Gsk.

“Noi, come associazione- aggiunge Petruzzelli - siamo portatori di quella che definisco sempre la ‘scienza laica’ quindi di chi è passato attraverso il problema, oggi è qui a raccontarlo, e cerca di dare il proprio contributo. E’ un qualche cosa di importante e di determinante, perché attraverso l’esperienza di chi c’è passato e l’ha affrontato - osserva - possiamo offrire un aiuto per disegnare dei percorsi che non siano solo raccomandazioni ma sono anche percorsi operativi, nel pratico, su come effettivamente andarsi a vaccinare”.

Sul fronte della protezione dall’Herpes Zoster per i pazienti oncologici, “io parlo di qualità della vita e quindi- domanda Petruzzelli - perché non prevenire quello che è prevenibile attraverso un vaccino che ha un profilo di sicurezza eccellente, pochissima tossicità e che ci permette di scansare una delle tante problematiche che arrivano durante il percorso oncologico? Oggi - ricorda - abbiamo tanti vaccini per aiutare i pazienti a mantenere la qualità della vita e, su questo, dobbiamo lavorare. Bisogna essere informati, consapevoli, avere dei percorsi – sia organizzativi sia di raccomandazioni – e alla fine tutto questo patrimonio di informazioni va raccontato in maniera comprensibile per le persone. Dobbiamo crederci anche noi che facciamo comunicazione - conclude - perché diventa una parte determinante per il successo di questa operazione”.

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