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Partiti, finanziamenti irregolari? Grazie al romanzo 'Il tesoriere' si riapre dibattito

Il sottosegretario Amendola: "La soluzione è nel modello tedesco delle fondazioni"

La presentazione de “Il tesoriere” di Gianluca Calvosa
La presentazione de “Il tesoriere” di Gianluca Calvosa
04 aprile 2022 | 20.35
LETTURA: 2 minuti

Una spy story sul finire della guerra fredda, con segreti da tenere nascosti per sempre in un Paese-faglia tra Occidente e Oriente come l'Italia della metà degli anni Settanta: "Il Tesoriere" di Gianluca Calvosa (Mondadori) è stato presentato a palazzo Ferrini-Cini, alla luce della 'guerra calda' esplosa nel cuore d'Europa, con al centro quella Russia, allora Urss, che tanto peso ha avuto e continua ad avere nella vita economica e politica italiana. A parlare del romanzo, oltre all'autore, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enzo Amendola, il giornalista Luca Josi, il prof. Giuliano Frosini.

La discussione sul romanzo ha portato a riflettere sul tema del finanziamento illecito dei partiti: dall''oro di Mosca' verso il Pci ai finanziamenti americani alla Dc, alla via 'autonoma' dell'ultimo Psi craxiano. Un sistema di finanziamento, quello legato al mondo bipolare, dove i grandi partiti come Dc, Pci, Psi "avevano una loro lettura del mondo, e leader del calibro di Berlinguer, Andreotti e Moro, Craxi" ha ricordato Amendola "sapevano trasmetterla ai cittadini". Quanto al crollo della Prima Repubblica, Amendola ha riconosciuto che "è ancora rimosso come tema", mentre ha ribadito di guardare come meccanismo per sostenere i partiti "alle grandi fondazioni sul modello tedesco".

Luca Josi, già esponente del Psi di Bettino Craxi, ha sottolineato come quel partito "che ha contribuito a far crollare la guerra fredda, poi si è ritrovato sotto le macerie" mentre permane "la grande ipocrisia" relativa ai meccanismi di finanziamento dei partiti: "Nessuno ha davvero cercato il modo per far sì che i partiti potessero organizzare le idee senza essere impalati alla convenienza politica del momento" che di fatto ha portato alla loro delegittimazione. Il professor Frosini ha elogiato in particolare la capacità di Gianluca Calvosa di "rendere esattamente l'idea di cosa succedeva al secondo piano di Botteghe Oscure, dove non si poteva arrivare".

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