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Operazione 'Marracash', colpo allo spaccio nella piana di Gioia Tauro

Eseguite 8 ordinanze di misura cautelare

17 giugno 2021 | 08.27
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Nella notte i carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, supportati in fase esecutiva dal Nucleo Cinofili di Vibo Valentia, hanno eseguito 8 ordinanze di misura cautelare emesse dall’Ufficio del Giudice delle Indagini Preliminari su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, nei confronti di 6 italiani e 2 centrafricani nell’ambito dell’operazione “Marracash” a contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti nel centro abitato di San Ferdinando e all’interno della Tendopoli Ministeriale sul territorio.

L’attività d’indagine, nata a fine 2019 e conclusasi nell’estate scorsa, ha avuto origine dal controllo di un italiano impiegato al Porto di Gioia Tauro che spacciava a diversi suoi concittadini da un casolare nella periferia di San Ferdinando e con altri due suoi amici, uno dei quali attualmente detenuto a seguito dell’ operazione “Eclissi” contro le cosche di ‘ndrangheta di San Ferdinando. Nel corso delle indagini è stata individuata un’altra donna italiana di San Ferdinando, dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti ai residenti a San Ferdinando, San Costantino Calabro e Polistena, la quale si riforniva sia dal portuale che nella Tendopoli di San Ferdinando dove prestava servizio al Front Office d’ingresso della stessa struttura di accoglienza.

La donna riceveva la sostanza stupefacente anche da un suo collega di lavoro, un gambiano operaio nella raccolta di rifiuti all’interno della Tendopoli stessa, fulcro dello spaccio di sostanze stupefacenti sia nei confronti di africani lì domiciliati che di italiani residenti a San Ferdinando. Un altro gambiano residente a Rosarno forniva la sostanza stupefacente al connazionale e coordinava l’attività illecita nelle zone ricadenti nei pressi della tendopoli stessa. Grazie anche all’installazione di telecamere sono stati individuati altri due italiani di San Ferdinando, i quali hanno fornito evidente supporto che ha permesso di favorire le attività illecite degli indagati.

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