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Omicidio Regeni, "da Egitto nessuna risposta"

Il capo dipartimento di affari giustizia presso il ministero della Giustizia, Nicola Russo, al processo: "Ultima sollecitazione sugli imputati lo scorso 6 ottobre". I genitori del ricercatore: "Egitto si fa beffe dell'Italia"

Afp
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10 ottobre 2022 | 12.58
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Riguardo all'omicidio di Giulio Regeni, "ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta dall’autorità egiziana in merito ai 4 imputati. La nostra ultima sollecitazione risale al 6 ottobre scorso. Gli egiziani non hanno risposto neanche alla richiesta di incontro che la ministra Marta Cartabia ha inviato nel gennaio scorso". Lo ha detto il capo dipartimento di affari giustizia presso il ministero della Giustizia, Nicola Russo, riferendo in aula al tribunale di Roma nel processo davanti gup nei confronti dei quattro 007 egiziani imputati per l’omicidio del ricercatore italiano sequestrato, torturato e ucciso in Egitto nel 2016. Il gup ha ribadito che il procedimento resta sospeso e ha disposto nuove ricerche degli imputati egiziani da parte del Ros.

“Siamo andati in missione al Cairo dal 13 al 15 marzo per sollecitare le autorità ad acquisire informazioni sugli imputati - ha spiegato il capo dipartimento del ministero della Giustizia – Sul caso Regeni però la Procura generale egiziana, l’unica autorità competente, ha ribadito che resta valido quanto contenuto nel decreto di archiviazione” per i quattro 007 egiziani, spiegando che “in Egitto non si potrà più aprire un procedimento per il caso Regeni nei loro confronti per il ‘ne bis in idem’.

Sollecitato dal Procuratore aggiunto Sergio Colaiocco, Russo ha spiegato che il ministero non ha valutato di ricorrere al trattato internazionale sulla tortura del 1984 a cui ha aderito anche l'Egitto. “Riteniamo sia una scelta di ordine politico – ha detto – si valuterà con il nuovo ministero della Giustizia”. Il giudice ha rinviato alla prossima udienza, fissata per il 13 febbraio.

“Se ce n'era bisogno è emersa ancora una volta e con ulteriore chiarezza che le autorità egiziane non hanno, né hanno mai avuto, nessuna intenzione di collaborare e si fanno beffe del nostro sistema di diritto”. Il commento di Paola Deffendi e Claudio Regeni, genitori di Giulio, accanto al loro avvocato Alessandra Ballerini, al termine dell’udienza.

“È emerso anche che la richiesta del gennaio 2022 della ministra della Giustizia, Cartabia, di incontrare l'omologo egiziano non ha mai avuto alcun riscontro, e questo rifiuto non ha precedenti. Quindi anche alla luce di quanto dichiarato oggi dal funzionario del Ministero della Giustizia ascoltato in udienza, auspichiamo in una adeguata reazione di dignità del nostro governo” hanno aggiunto.

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