L'attore ricorda il giornalista sportivo scomparso oggi: "Mi diceva 'Ahò! Tu me fai parlà romanesco ma io so' de Verbania...', ricordando le sue origini piemontesi"
"Ora che Giampiero non c'è più, ho come un senso di colpa: nella vita reale non era così maleducato, rozzo, burbero, triviale come io lo dipingevo nelle mie imitazioni. Semmai era simpatico, cinico, sarcastico, dentro e talvolta anche fuori limite, ma la satira è sempre esagerazione della realtà, funziona così...". E' quanto confessa all'AdnKronos l'attore e conduttore tv Nicola Savino che ha nel suo carniere professionale molte imitazioni del giornalista sportivo Giampiero Galeazzi, scomparso oggi all'età di 75 anni.
"Tra l'altro, quando ci incontravamo mi rimproverava benevolmente e con il sorriso mi diceva 'Ahò! Tu me fai parlà romanesco, ma io so' de Verbania...', evocando con ironia le sue origini piemontesi", riferisce ancora Savino, sottolineando che "Galeazzi era molto competente e molto spiritoso: fu il primo, precedendo anche la Gialappa's, a capire che si poteva fare intrattenimento sullo sport e in particolare trattare un argomento 'sacro' per gli italiani come il calcio con leggerezza, anche ridendone, unendo competenza e ironia, facendo dello spirito su una realtà che troppo spesso invece provocava scontri e persino violenze".
Per Savino, "la caratteristica fondamentale di Giampiero era la versatilità, in tutti i sensi: dal punto di vista sportivo unendo una grande competenza sul calcio, sul tennis, sul canottaggio; e dal punto di vista professionale unendo le competenze da giornalista sportivo alle capacità di conduzione in uno spettacolo, dimostrando di possedere una grande presenza televisiva.
(di Enzo Bonaiuto)