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Milano, stupro di gruppo: arrestati due calciatori del Livorno

Uno è Mattia Lucarelli, figlio dell'ex giocatore Cristiano Lucarelli. La violenza ai danni di una studentessa americana: "Ho detto no, ma non si sono fermati"

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)
20 gennaio 2023 | 13.27
LETTURA: 3 minuti

Due calciatori del Livorno, entrambi 23enni e incensurati, sono finiti agli arresti domiciliari con l'accusa di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa americana; episodio avvenuto lo scorso marzo a Milano. Si tratta di Mattia Lucarelli, figlio dell'ex attaccante del Livorno Cristiano Lucarelli, e di Federico Apolloni.

Secondo quanto ricostruito dalla Procura della Repubblica di Milano che ha diretto gli agenti della 4a Sezione specializzata della Squadra mobile, la giovane americana, al termine di una serata trascorsa in discoteca con delle amiche, aveva accettato un passaggio in auto da cinque giovani che, invece di riaccompagnarla a casa, l’hanno condotta in un appartamento a loro disposizione. Dalle indagini è emerso che in quell’abitazione in centro città, la ragazza era stata costretta dal gruppo a subire atti sessuali commessi, in particolare, dai due destinatari dell’odierno provvedimento di custodia cautelare.

Dopo qualche giorno dagli abusi subiti, la giovane era riuscita a contattare la Polizia di Stato e a denunciare i suoi aggressori, venendo poi sentita dai pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Milano. L’attività di indagine svolta dai poliziotti della Squadra mobile milanese ha consentito di risalire all’identità dei cinque giovani, riuscendo ad attribuire a ciascuno di loro la condotta commessa ai danni della vittima, sia mediante l’escussione di alcuni testimoni che attraverso l’analisi di quanto estrapolato dai telefoni cellulari della vittima e dei presunti autori.

La violenza sessuale di gruppo è stata infatti in parte registrata, conservata e ritrovata nei telefoni cellulari degli arrestati. Oltre alle immagini recuperate dagli investigatori e inserite nell'ordinanza, contro gli indagati c'è il racconto della vittima e di alcuni testimoni.

ORDINANZA - "Le modalità e le circostanze dei fatti-reato denotano una spiccata pericolosità sociale di chi è sottoposto a indagini, certamente tale da rendere assai probabile la reiterazione di analoghi comportamenti delittuosi. Assumono valore la facilità con la quale i due hanno approfittato dello stato di alterazione della vittima e del suo stato di bisogno per portarla prima in un appartamento a lei sconosciuto, filmarla a sua insaputa, cercando di non farsi scoprire dalla giovane, di trattenerla e quindi abusare di lei in gruppo, in spregio alle manifestazioni di dissenso esplicitate dalla stessa", si legge nell'ordinanza, firmata dal gip di Milano Sara Cipolla, che ha accolto la tesi del pm Alessia Menegazzo e dell'aggiunto Letizia Mannella.

I due, si legge ancora, "hanno agito in un contesto ludico e ricreativo, approfittando dello stato 'alterato' della giovane". Le modalità con cui è stata compiuta la violenza "appaiono particolarmente allarmanti e denotano la spregiudicatezza degli indagati, in quanto risultano suscettibili di essere utilizzate dagli stessi in innumerevoli altri episodi".

Gli arrestati "potrebbero verosimilmente in altre occasioni approfittare di una giovane ragazza ubriaca fuori da una discoteca per adescarla e portarla presso l'abitazione di uno dei due ragazzi, e quindi ivi abusare della stessa e riprenderla a sua insaputa. Emerge invero nitidamente dai video che riprendono la violenza e dagli ulteriori atti di indagine, in particolare le intercettazioni ambientali, l'incapacità degli indagati di comprendere appieno il disvalore delle proprie condotte, e la conseguente possibilità che gli stessi reiterino nei propri comportamenti delittuosi, convinti della propria innocenza" si legge nelle esigenze cautelari.

TESTIMONIANZA - "Ho detto no, più volte, non volevo nessun rapporto con loro", ma non si sono fermati. Cos' la studentessa, ascoltata lo scorso 2 novembre dai pm Alessia Menegazzo e Letizia Mannella, ha ricostruito la serata nel locale Gattopardo in via Piero della Francesca, in compagnia di un gruppo di amici, quindi di aver accettato un passaggio da degli sconosciuti. La giovane ha spiegato di aver tentato più volte di respingere chi ha abusato di lei.

In auto sono lei e cinque giovani che, invece di riaccompagnarla a casa, la portano in un appartamento nella loro disponibilità. In quell'abitazione in centro città, la 22enne sarebbe stata abusata da Mattia Lucarelli e Federico Apolloni, entrambi calciatori del Livorno di 23 anni, finiti ai domiciliari. Sarebbero loro, secondo quanto viene ricostruito recuperando le immagini nei cellulari così come dal racconto della vittima, ad aver abusato della giovane prima di riaccompagnarla a casa.

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