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Mieli: "Attenzione a non riformulare una ripartenza per il Meridione dall’alto"

Immagine di repertorio (Fotogramma)
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09 settembre 2021 | 17.48
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Nell'ambito dell'International Annual Meeting SudeFuturiIII - (R)innoviamo il Mezzogiorno, lo storico Paolo Mieli ha sottolineato "il concetto di ripartenza declinato al plurale: quindi vuol dire che ce ne saranno diverse. Non sappiamo nulla di come andrà a finire e presumibilmente andrà avanti ancora a lungo. Già l’anno scorso iniziammo a parlare di ripartenza, convinti che le cose si fossero messe in modo ordinato, ma non è stato così. A colpo d’occhio, la situazione qui in Calabria mi sembra molto positiva. Rispetto all’immagine dell’anno scorso, con il disastro dei cambi del direttore della sanità regionale, sembrava che di fronte alla nuova ondata pandemica la Calabria fosse destinata a essere la prima regione a soccombere, ma non è andata così. Certo, rimane a rischio, ma perché ci sono meno strutture che in altre regioni. Ma per comportamento e modo di affrontarlo, anche come tasso di vaccinazione, vedi quanto sta succedendo in Sicilia, la Calabria ha dato prova di consapevolezza e civiltà".

"Anche sotto il profilo economico - ha detto Mieli - quando si ripartirà allora inizierà il 'dopoguerra', anche se al momento non si intravede la fine della guerra. Però, per come si sono messe le cose in campagna vaccinale sono ottimista. La gestione post presidenza Santelli tutto sommato ha dato prova di avere classe dirigente responsabile. In ogni caso, compatibilmente con le norme anti-Covid, in questa fase prima si vota, qui in Calabria come altrove, e più la ruota della selezione della classe dirigente gira, e meglio è. Il decennio che ci siamo lasciati alle spalle è stato quello nel quale non si è votato tutte le volte che sarebbe stato necessario tornare al voto. C’è un Parlamento sostanzialmente messo in mora, che oggi galleggia in maniera a tratti ridicola. I parlamentari non vogliono andare alle urne prima di settembre dell’anno prossimo per non perdere la pensione e anche se non ce ne accorgiamo siamo dentro una gravissima crisi istituzionale. Bisogna stare attenti a non riformulare una ripartenza dall’alto. Tutti i periodi di rinascita che si conoscono non sono ripartiti così e l’unico meccanismo virtuoso è quello coinvolgere popolo non solo per le vaccinazioni ma anche per rinnovare classe dirigente".

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