"Probabilmente oggi ciò che preoccupa di più Messina Denaro è la malattia", elemento che potrebbe aver inciso sulla sua cattura insieme all"indebolimento della rete dei fiancheggiatori visto che le operazioni di questi anni, indubbiamente, gli hanno fatto terra bruciata intorno e, con oltre 100 arresti, la rete si è indebolita". Lo afferma all'Adnkronos l'avvocato Luigi Li Gotti, legale storico dei pentiti di cosa nostra da Tommaso Buscetta a Giovanni Brusca, commentando l'arresto del boss Matteo Messina Denaro, latitante da 30 anni.
"E' un arresto di una grande importanza - sottolinea Li Gotti - non era il capo di cosa nostra, ma il rappresentante di una provincia importantissima quindi, indubbiamente, era uno dei più stretti alleati dei corleonesi, la mafia stragista. Lui ha partecipato a tutto il periodo stragista di cosa nostra". Riguardo a quella che qualcuno ha ribattezzato la ‘profezia di Baiardo’ ossia le rivelazioni choc di Salvatore Baiardo, che a Massimo Giletti per ‘Fantasmi di mafia’, su La7, parlò nei mesi scorsi del possibile arresto di Denaro, Li Gotti osserva: "Quella di Baiardo non è stata una preveggenza, aveva una conoscenza, aveva degli elementi: ha detto troppe cose per pensare che si trattasse di una preveggenza, evidentemente era a conoscenza della sua grave malattia".
Altro aspetto che "sorprende è come l'identikit diffuso di Messina Denaro fosse molto rispondente; le nostre forze di polizia riescono a fare un lavoro scientifico molto apprezzabile". Messina Denaro collaborerà? "E' difficilissimo dirlo - risponde Li Gotti - Penso che Messina Denaro abbia come preoccupazione quella della salute, io non credo possa prendere questa decisione. Il suo obiettivo principale sarà un altro, non quello di collaborare".