Intervista della leader di FdI al 'Corriere della Sera'
"Ho tre anni e sto annegando. L'acqua si chiude sopra di me. Mio padre ci aveva lasciato in barca con una tata che non sapeva nuotare. Da allora una delle mie paure più grandi è morire affogata. Per questo ho fatto nuoto, agonismo, immersioni". E' quanto racconta la leader di FdI, Giorgia Meloni, parlando di uno dei suoi primi ricordi ricordi in un'intervista al 'Corriere della Sera'. "Io sono piena di paure - continua -; per questo le impatto. Mi impongo di vincerle. Ogni volta che faccio sub mi viene un attacco di panico; e l'unico rimedio è mettere la testa sott'acqua. La sola paura che non ho impattato è quella degli scarafaggi. Li vedo e scappo".
Qual è la sua paura più grande? "Deludere. Gli altri e me stessa - aggiunge la leader di FdI -. Per questo lavoro e studio come una pazza" racconta ancora. Poi, parlando del libro dal titolo 'Io sono Giorgia', autobiografia in uscita l'11 maggio, dove si racconta che sua madre stava per abortire, Meloni aggiunge: "È vero. C'era già mia sorella Arianna. La storia con papà era finita. Tutti avevano detto a mamma di non tenermi e lei era andata in clinica, digiuna, per fare le analisi prima dell'intervento. Sulla soglia ha esitato. Poi si è detta: io questa creatura la voglio. Così ha attraversato la strada, è entrata al bar, ha ordinato cappuccino e cornetto. Mi sono salvata così".
E sul padre, si legge ancora sul 'Corriere', dice: "Un padre che non c'è, che si dissolve è un padre che non ti vuole. Che ti rifiuta. È forse una ferita più profonda di un padre che muore". E di quando con sua sorella andava a trovarlo alle Canarie, dove si era trasferito, racconta: "Avevo 11 anni. Lui sparì in barca e ci lasciò con la sua compagna, che non era entusiasta. Decisi che non l'avrei rivisto mai più. Quando compii 13 anni mi mandò un telegramma: 'Buon compleanno, Franco'. Non 'papà'; Franco. Mi dissi che avevo fatto la scelta giusta".
Qual è il suo obiettivo? le viene poi chiesto. "Andare al governo" e "sono molto soddisfatta dei miei venti senatori e trenta deputati: hanno fatto tutti la gavetta; sono pochi, e riescono a tenere in scacco il Parlamento. Ma dobbiamo dialogare, attrarre energie, aprirci in vari campi e gente che ne sa più di noi".