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MasterChef Italia 12, ecco i menu di Edoardo, Hue e Bubu

Le proposte del vincitore e degli sfidanti nella serata finale

Immagine Sky
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03 marzo 2023 | 11.47
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Trionfo del 26enne Edoardo Franco ieri sera a MasterChef Italia, programma giunto alla sua dodicesima edizione. Nel descrivere il suo menu vincente dal titolo 'Tutto mondo', ispirato dal titolo del murale realizzato da Keith Haring, il vincitore ha spiegato: "Per me il cibo deve unire e non dividere, il mio intento è quindi quello di mettere d’accordo tutti e tre i giudici con un menù di sapori pensati per gli abitanti di tutto il mondo. I miei piatti sono il frutto delle mie esperienze e dei miei incontri passati, che si fondono con la mia creatività". L’antipasto è un tributo alla terra e all’origini della cucina, un mix di sapori inusuali, che riservano una sorpresa al commensale: si chiama Medievale ma non troppo, è una barbabietola acidula ripiena di paté di fegatini di piccione, intruglio medievale, latticello e porro fritto, accompagnato da infuso alla barbabietola e aneto. A seguire, il primo – Ravioli kebab – è la sua reinterpretazione del kebab: una polpetta di agnello speziato dentro un fagottino di pasta all’uovo servito con salsa all’albicocca e foglie di carota. La seconda portata è Capesante al curry: il connubio inusuale tra le capesante, dolci e delicate, e il curry, speziato e profumato, con l’aggiunta di maionese al corallo e coriandolo fritto. Infine il dessert, Matrimonio in bianco, una finta mousse di cocco con cremoso di liquirizia e arancia e inserto di maracuja: pur con qualche piccolo problema nel corso della cucinata, il risultato è stato, secondo i giudici, davvero ottimo.

Davvero notevoli e assai studiati anche i menù degli altri due finalisti. Per Thi Hue Dihn, 27 anni project assistant nata in Vietnam e ora a Firenze, il menù era “La sinfonia di stagione” e aveva come protagonista il mondo vegetale, suo cavallo di battaglia in tutta questa edizione: un racconto di sapori, colori e sensazioni che vogliono richiamare le quattro stagioni, utilizzando ingredienti dell’Italia e del Vietnam, per una unione che crea una musica culinaria e un’esplosione di colori. Il menù inizia con la primavera, stagione in cui in Vietnam si festeggia il Capodanno Lunare, la festa più importante dell’anno: l’antipasto è quindi Giardino di primavera, con mela cotta nel vino rosso con crema di patate, porro, mela e wasabi; a seguire, un primo piatto dedicato all’inverno che racconta l’unione tra Italia e Vietnam: Universo invernale, rivisitazione di sapori tradizionali vietnamiti uniti a quelli scoperti in Italia, ossia ravioli di cavolo rapa con ripieno di lenticchie, lardo di Colonnata e brodo di Pho (ricetta tipica vietnamita utilizzata per affrontare le giornate fredde di Hanoi); quindi l’autunno nel secondo Sotto la luce della luna piena d’autunno, papaia verde con lemograss aromatizzato al pepe Timut, cotta in brodo di costine di maiale con riduzione di funghi porcini e shitake; infine il dolce, un ricordo di una tipica giornata della bella stagione in Un giorno d’estate a casa, con gelato di riso fritto con confettura di bamboo, nido di zucchero filato e thè al gelsomino.

Antonio Gargiulo, per tutti Bubu, studente 19enne nato a Vico Equense, cresciuto a Cagliari e ora a Roma, si era appassionato alla cucina guardando le nonne, poi negli ultimi 5/6 anni l’ha approfondita studiando libri: «Se non si conoscono le ricette della tradizione è impossibile sperimentare», diceva, e così ha inizialmente studiato la tradizione per poi cominciare, solo di recente, a sperimentare. Per lui cucinare è una vera urgenza, tanto da voler dimostrare ai genitori di voler continuare in questo campo, più che negli studi di Scienze Archeologiche. Il suo menù della finalissima raccontava la sua vita: Io tra isola e golfo era «pensato per raccontare di come sono cresciuto tra due regioni e realtà culinarie molto diverse, che mi hanno formato e fatto innamorare dei loro sapori e profumi e della loro cucina. Oggi cerco di raccontarvi la Sardegna e la Campania – ha spiegato – attraverso dei piatti che vogliono connetterle tramite i miei ricordi e le mie esperienze. Vorrei anche dare importanza a tutto ciò che ho imparato qui a MasterChef grazie allo studio, alle sfide e agli chef incredibili che abbiamo avuto l’onore di conoscere». E così l’antipasto Quasi Frattau era ispirato a uno storico piatto di recupero sardo, il pane frattau, che ha come elementi principali il pane carasau, la salsa di pomodoro e l’uovo: il piatto è un finto uovo di seppia ripieno di composta di pomodorini gialli, salsa di carasau all’aringa affumicata, pomodoro del piennolo confit e granita di basilico e limone; a seguire, il primo La spiga nel mare, con dei culurgiones ripieni di battuto di triglia marinata, beurre blanc, orziadas in doppia consistenza, pomodoro e chips di triglia; quindi il secondo S’Angioni nell’orto, agnello in crepinette, glassato con senape e miele, col suo fondo al cannonau, mirto e ginepro, friggitello saltato, asparagi bianchi e fonduta di pecorino sardo; infine il Gioco di pastiera, mousse di pastiera, frolla croccante e coulis di cedro, kumquat candito e crema pasticcera all’arancio e vaniglia.

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