Antonio Carbone aveva chiesto di non gettare rifiuti in mare. Il fratello: "Assalto verbale di un clan"
Antonio Carbone, maresciallo dei carabinieri, è morto per un malore sulla spiaggia di Paola ieri. Il militare, in vacanza proveniente da Torino, era stato appena aggredito verbalmente dai componenti di una famiglia a cui aveva chiesto con garbo di non gettare rifiuti in mare.
"Ieri 16 Agosto 2021 è morto un uomo, è morto un calabrese, è morto un maresciallo dei carabinieri di 56 anni. Nell’esercizio delle “sue funzioni”, se così si può dire. Naturalizzato piemontese, in vacanza da appena un giorno, voleva solo difendere il mare di Paola dalla ignoranza violenta e barbara di un clan di bagnanti calabresi che invece lo stava distruggendo. Un gesto da poco, un gesto banale, chiedere con gentilezza di non buttare rifiuti in mare. Ma l’ignoranza violenta e la protervia minacciosa hanno avuto la meglio", scrive Francesco Carbone, fratello del maresciallo, su Facebook. Alla fine di un violentissimo assalto verbale da parte del clan, a cui lui non ha potuto opporre alcuna resistenza, il suo cuore non ha retto. Soccorso immediatamente da altri turisti, quando sono arrivato ho potuto solo assistere alla incredulità e allo sconforto di chi c’era. Morto sulla spiaggia. Si è trattato di un piccolo gesto, ma nei fatti rivoluzionario, chiedere a un gruppetto di calabresi di non distruggere la bellezza della Calabria. Una valanga può nascere da un piccolo fiocco di neve, una rivoluzione può nascere da un piccolo gesto, come scrive papa Francesco: “Prendersi cura dell’ambiente significa avere un atteggiamento di ecologia umana. […] Non si può separare l’uomo dal resto; c’è una relazione che incide in maniera reciproca, sia dell’ambiente sulla persona, sia della persona nel modo in cui si tratta l’ambiente; ed anche l’effetto rimbalzo contro l’uomo, quando l’ambiente viene maltrattato", aggiunge.
"Assistiamo tutti gli anni ai roghi che distruggono i nostri boschi, e sono calabresi quelli che appiccano gli incendi. Vediamo tutti gli anni il sudiciume del nostro mare, e sono calabresi quelli che inquinano. Fino a quando dovremo assistere, inermi, a questo scempio? Fino a quando si potrà violentare impunemente la nostra terra e distruggere la nostra casa? La violentissima reazione verbale rende evidente la nullità e il vuoto assoluto di alcuni calabresi, non più preoccupati neanche dei possibili guadagni. Solo gratuita violenza senza scopo e senza senso. Grazie Antonio per averci fatto vedere un uomo all’opera, un uomo che si prende cura della casa comune, un uomo che con gentilezza chiede ai calabresi di non distruggere la Calabria.E’ morto un carabiniere nell’esercizio delle sue funzioni di essere umano, si chiamava Antonio Carbone, mio fratello", conclude.
"La morte improvvisa è sempre un evento dinnanzi al quale il senso di impotenza prevale sulla razionalità, suscitando emozioni in contrasto tra loro e sentimenti di profonda tristezza. Ieri, la vita del Maresciallo Antonio Carbone, Carabiniere in vacanza proveniente da Torino, si è interrotta sul nostro litorale, sulla spiaggia affollata del primo giorno post ferragostano, a causa di un malore successivo ad un alterco, avuto in precedenza con un altro bagnante", le parole del sindaco di Paola, Roberto Perrotta.
"Indipendentemente dalle cause che hanno comportato l’irreparabile esito, resta la consapevolezza riguardo le buone intenzioni del militare, che in sintonia con gli antichi valori dell’Arma, è intervenuto a tutela della quiete e della salubrità pubblica. Non riuscire a comprendere quanto sia fondamentale osservare buone pratiche e seguire degni esempi, è un dato che aggiunge ulteriore tristezza all’evento luttuoso, che s’appesantisce ancor di più in considerazione della divisa che la vittima indossava nella vita di tutti i giorni, coi colori della Benemerita che, per loro natura, sono punto di riferimento per la comunità", prosegue il sindaco.
"A prescindere dalle occasioni e dalle modalità, agli appartenenti delle Forze dell’Ordine bisogna dare ascolto sempre e comunque, perché la loro opera quotidiana è costantemente improntata, anche “fuori servizio”, alla tutela di diritti che sono di tutti; anche a rischio della stessa incolumità. Ad Antonio Carbone – conclude Perrotta– la nostra gratitudine per il bellissimo esempio, e il nostro saluto deferente e memore; all’Arma dei Carabinieri e ai suoi familiari, in questo momento di sconforto e di dolore per la perdita ingiustificabile di un affetto tanto caro, giungano la vicinanza e le condoglianze della comunità paolana".