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Attentato Magdeburgo, saudita incriminato: 5 capi imputazione per omicidio

Taleb al-Abdulmohsen, medico 50enne, è comparso ieri sera di fronte al giudice. Nell'attentato al mercatino di Natale 5 morti e 200 feriti

Il passaporto di Taleb al-Abdulmohsen, l'uomo incriminato per l'attentato di Magdeburgo - Fotogramma /Ipa
Il passaporto di Taleb al-Abdulmohsen, l'uomo incriminato per l'attentato di Magdeburgo - Fotogramma /Ipa
22 dicembre 2024 | 08.58
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Taleb al-Abdulmohsen, l'uomo che venerdì sera ha scagliato la sua auto contro la folla al mercatino di Natale di Magdeburgo uccidendo 5 persone e ferendone 200, è stato incriminato per cinque capi di imputazione di omicidio, diversi capi di imputazione di tentato omicidio e lesione aggravata.

Lo ha annunciato oggi la polizia tedesca dopo che il medico 50enne saudita è comparso ieri sera di fronte al giudice.

Tra le cinque persone rimaste uccise nell'attentato, c'è un bambino di nove anni. La polizia ritiene che l'uomo, che negli ultimi anni in interviste e sui social media aveva accusato il governo tedesco di non fare abbastanza per combattere l'islamismo e si era avvicinato alle posizioni dell'estrema destra tedesca ed internazionale, abbia agito da solo.

Bundestag convoca sessione straordinaria

Il Bundestag sta intanto preparando una sessione straordinaria durante le vacanze di Natale per discutere dell'attentato di Magdeburgo, rivela il quotidiano Bild, specificando che il 30 dicembre dovrebbero riunirsi la commissione Affari Interni e la commissione per il Controllo parlamentare, che supervisiona l'attivitò dei servizi segreti.

La notizia arriva mentre in Germania cresce la polemica per il fatto che siano stati ignorati o sottovalutati dalle autorità competenti i diversi allarmi che erano stati sollevati su Taleb al-Abdulmohsen. Secondo quanto riferisce Bild, il capogruppo parlamentare della Spd Dirk Wiese dovrebbero essere convocati per audizioni il capi del servizio federale di intelligence (Bnd), dell'ufficio federale per la tutela della Costituzione (Bfv) e dell'ufficio federale per l'immigrazione e i rifugiati (Bafm). Anche la ministra dell'Interno della Sassonia- Anhalt, Tamara Zieschang, dovrebbe essere convocata.

I leader parlamentari dei Verdi, Irene Mihalic e Konstantin von Notz, chiedono poi che si faccia chiarezza sul modo in cui le autorità hanno gestito le informazioni che avevano lanciato l'allarme sulle posizioni estremiste del saudita, che si definiva un attivista anti-Islam e simpatizzava con l'estrema destra.

"Sebbene le circostanze e motivi esatti del crimine non siano ancora chiari, è sempre più evidente che, come è avvenuto in casi precedenti, ci sono stati errori", hanno dichiarato a Rnd. La ministra dell'Interno, Nancy Faeser, ha assicurato che la polizia federale sta indagando per determinare "esattamente che tipo di informazioni erano state fornite in passato e come sono state gestite".

Psichiatra in esilio, oppositore dell'Islam: chi è l'attentatore

Saudita in esilio, 50enne, in Germania dal 2006, psichiatra e psicoterapeuta a Bernburg, attivista, fortemente critico nei confronti dell'Islam, simpatizzante dell'Afd convinto che le autorità tedesche non facciano abbastanza contro l'islamismo: questo è il ritratto di Taleb al-Abdulmohsen che sembra emergere dalle indagini.

Nato in una piccola località saudita a maggioranza sciita, poi abiura l'Islam e, ricostruisce il Wall Street Journal citando un funzionario della sicurezza, fugge dalla monarchia del Golfo, a maggioranza sunnita e dove abbandonare l'Islam è un reato. Originario di Hofuf, in Germania diventa noto oltre i 'confini' della piccola comunità saudita per il suo attivismo e per la difesa dei diritti delle donne. "Sono il più forte critico dell'Islam nella storia - ha affermato nel 2019 in un'intervista alla Faz -. Se non mi credete, chiedete agli arabi".

Al-Abdulmohsen lavorava come psichiatra alla Clinica Salus di Bernburg, una cinquantina di chilometri da Magdeburgo, come confermato allo Spiegel fonti della struttura. Mitteldeutsche Zeitung ha scritto che nelle ultime settimane sarebbe stato spesso assente per malattia dal lavoro. Nel 2016 ha ottenuto lo status di rifugiato, dopo aver denunciato - ricostruisce il Financial Times - di aver ricevuto minacce di morte per aver abbandonato l'Islam. Una "rottura" che risale al 1997, ha sostenuto una volta in un'intervista.

I media tedeschi lo hanno descritto come attivista impegnato ad aiutare gli oppositori in Arabia Saudita a fuggire dalla monarchia del Golfo per chiedere asilo in Europa. Nel 2019 ha raccontato alla Bbc di passare - "se ho tempo" - 10, 16 ore al giorno ad aiutare a ottenere l'asilo in Paesi occidentali chi in Medio Oriente dice addio all'Islam e di essere 'ricercato' soprattutto dalle donne giovani, tra i 18 e i 30 anni. Il forum wearesaudis.net è stato usato per i consigli rivolti ai sauditi e ai richiedenti asilo in generale.

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