di Federica Mochi
Il tempo che scorre. Il tempo che si ferma e si riavvolge, riparte e accelera. Dimenticate la solita sfilata. Da Marni è tutto in fast forward. Per l’autunno inverno 2020-2021 il direttore creativo Francesco Risso strappa applausi a scena aperta con una performance travolgente, realizzata dal coreografo Michele Rizzo. Costringe lo spettatore a fermarsi e riflettere tra luci al neon e niente altro a illuminare la passerella, dove i modelli si muovono al ralenti in un repertorio di archetipi vestimentari rielaborati.
Un vortice di stile ed emozioni forti. A partire dall’ingresso dello show, dove il pubblico, per accedere alla passerella, deve percorrere quattro diversi tunnel, suddivisi in altrettante sezioni: mano, occhio, triangolo e cerchio. "Let’s dance. Let’s dance ’til the end of love". E una danza artistica, il leitmotiv della collezione raccontata dalle parole di ‘A call from Prince Prospero’, una ballata che strizza l'occhio all'omonimo personaggio uscito dalla penna di Edgar Allan Poe. In passerella i modelli si muovono al rallentatore indossando giacche oversize, trench stampati, cappotti bisecati e marsine antitetiche.
L’outwear è frammentato: maglie e camicie risicate, pantaloni dilatati dove destra e sinistra non combaciano. Tagli, scoloriture e uniformi a stampa grafica oppure monocolore. Ai piedi sneaker distorte e stivali. I volumi sono ampliati e senza mezze misure: o troppo larghi oppure troppo stretti o ancora troppo lunghi. Poi tutto è accelerato. I modelli riprendono vita e dal ralenti iniziano a muoversi rapidi in un vortice sensazionale che ti prende e non ti lascia più.