Nell’ambito dei lavoratori preparatori al disegno di legge di Bilancio 2025, a chiusura del ciclo di audizioni di fronte alle Commissioni riunite Bilancio di Senato e Camera, si è svolta la relazione del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti. Nel corso del suo lungo intervento, Giorgetti ha toccato diverse tematiche, dall’analisi degli indicatori economici quali le stime sul PIL, alla possibile revisione del cuneo fiscale, per poi affrontare il discorso della spesa, specie per la difesa e la sanità. Sul tema del PIL, il Ministro ha dichiarato che non sarebbe stupito di eventuali revisioni al rialzo delle stime preliminari anche alla luce dell’incremento dell’occupazione che è stato registrato. “Le prospettive di crescita nel breve periodo sono incoraggianti e il PIL nell’ultimo trimestre dell’anno dovrebbe tornare in espansione, grazie al recupero della domanda estera netta e al proseguimento della ripresa dei consumi. Per realizzare la crescita prevista nel 2025 è fondamentale promuovere la domanda pur in un contesto di grande incertezza, che potrebbe rallentare la crescita”, ha dichiarato. Il sostegno del potere d’acquisto delle famiglie mediante il taglio del cuneo fiscale e la revisione delle aliquote Irpef, è uno dei punti cardine della Manovra e in tal senso il Ministro ha dichiarato: “Il taglio del cuneo fiscale è stato rivisto ampliando l’ambito di applicazione con l’estensione anche ai redditi fino a 40 mila euro con benefici per oltre 3 milioni di contribuenti”. In tema di spese per la difesa, l’obiettivo del 2% del PIL richiesto dalla NATO risulta piuttosto ambizioso e non del tutto compatibile, nonostante il previsto potenziamento pari a 35 miliardi di euro degli investimenti nel settore della difesa. Infine, per quanto riguarda la sanità, Giorgetti afferma che la manovra indica ulteriori risorse per il finanziamento del servizio sanitario nazionale che passerà da 136,5 miliardi previsti per il 2025 a 141 miliardi nel 2027, seguendo un andamento praticamente pari all’inflazione misurata in termini di indice dei prezzi al consumo armonizzato per i Paesi dell’Ue ovvero pari all’1,9%.
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