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Legge di Bilancio 2025, cosa c’è nella manovra in discussione in Parlamento

04 novembre 2024 | 10.48
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La legge di bilancio, approvata dal Consiglio dei ministri e firmata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha iniziato il suo esame in Parlamento. La relazione illustrativa indica i principali interventi previsti: “sono diretti in larga misura alla riduzione della pressione fiscale e al sostegno dei redditi medio-bassi dei lavoratori dipendenti, ad interventi in favore delle famiglie numerose e al sostegno della genitorialità, al rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, al rifinanziamento del servizio sanitario nazionale e al potenziamento degli investimenti pubblici e privati”. Con riguardo alla riduzione della pressione fiscale “si rende strutturale sia l’accorpamento, già previsto per l’anno in corso, su tre scaglioni delle aliquote IRPEF (circa 4,8 miliardi nel 2025, 5,5 miliardi nel 2026, 5,2 miliardi dal 2027), sia gli effetti di riduzione del cuneo fiscale a favore dei lavoratori dipendenti”. A favore della natalità “è previsto un contributo una tantum pari a mille euro per ogni figlio nato o adottato da gennaio 2025 a condizione che il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente presenti un valore ISEE non superiore a 40.000 euro annui (0,33 miliardi nel 2025 e 0,36 miliardi dal 2026)”. Nell’ambito delle politiche per il lavoro, “con lo scopo di mitigare il divario nell’occupazione e favorire lo sviluppo dell’attività imprenditoriale nelle aree svantaggiate del Paese si istituisce un apposito fondo di bilancio (con una dotazione complessiva di circa 9,1 miliardi nel periodo 2025- 2029). È prorogata, per i tre periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2024, per i titolari di reddito d’impresa e per gli esercenti arti e professioni, la maggiorazione del 20% della deduzione relativa al costo del lavoro incrementale derivante da assunzioni di dipendenti a tempo indeterminato (oltre 1,3 miliardi annui nel periodo 2026-2028)”. Nel settore previdenziale, “si estende anche per le annualità 2025 e 2026 l’aumento delle pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo INPS, con décalage della percentuale di incremento in 2,2 punti percentuali per l’anno 2025 e in 1,3 per l’anno 2026 (circa 0,47 miliardi nel biennio 2025-2026). Vengono prorogate al 2025 le misure per l’accesso anticipato alla pensione per i soggetti che presentino contemporaneamente almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi “Quota 103” e l’“Ape sociale” con riferimento ad alcune fattispecie, e si estende l’ammissione al beneficio “Opzione donna” anche alle lavoratrici che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2024”. Queste misure valgono complessivamente circa 1,7 miliardi nel triennio 2025-2027. Per favorire gli investimenti privati, “si autorizzano risorse per il 2025 destinate a finanziare l’attribuzione di un credito di imposta per le imprese che effettuano l'acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nel Mezzogiorno (1,6 miliardi nel 2025). Sono incrementate le dotazioni di bilancio della misura agevolativa c.d. nuova Sabatini (0,4 miliardi nel 2025, 0,1 miliardo nel 2026 e 0,4 miliardi annui nel triennio 2027-2029). Sono inoltre previsti 0,22 miliardi annui per il periodo 2027-2029 finalizzati alla concessione di contributi per il completamento degli interventi concernenti le concessioni aventi ad oggetto la realizzazione di infrastrutture a banda ultra-larga nelle zone bianche del territorio nazionale”. In termini di composizione della spesa, al netto delle spese per il rimborso del debito e dei fondi da ripartire (quest’ultimi troveranno solo in corso di esercizio una puntuale destinazione1), il 23,4 per cento degli stanziamenti (208,9 miliardi) è finalizzato alle politiche di previdenza e assistenza e ad altre forme di sostegno, prevalentemente assegnati alla missione 25 “Politiche previdenziali” (120,8 miliardi). Una quota pari al 17,9 per cento è stanziata per politiche relative alla salute e all’istruzione (160,1 miliardi), mentre agli affari economici è destinato il 15,5 per cento delle risorse (138,3 miliardi). La spesa per i servizi istituzionali e generali assorbe il 14,1 per cento del totale (125,9 miliardi) e quella per i servizi pubblici generali il 9,8 per cento (87,4 miliardi), in buona parte destinati alla missione “Difesa e sicurezza del territorio” (30,8 miliardi) e alla partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE (26,1 miliardi).

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