Il reddito di cittadinanza "mi sembra sia più una misura di welfare che di sostegno al lavoro in senso lato, ma bisognerà vedere come sarà attuato e come le persone si relazioneranno a questi strumento, credo, comunque, che sia venuto il momento di fare concertazione e di coinvolgere tutti i soggetti del mondo del lavoro". Così la presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, durante il Forum Lavoro dei professionisti in corso a Roma.
Per Calderone, quindi, sarà centrale come "funzioneranno e come si relazioneranno i soggetti che si occupano di lavoro nel Paese". "I servizi pubblici dell'impiego da soli non possono gestire la massa di tutti coloro che richiederanno il reddito. E poi bisognerà verificare il ruolo delle Regioni", ha avvertito.
E i consulenti del lavoro sono pronti ad essere della 'partita' con la Fondazione consulenti per il lavoro. "C'è bisogno di professionisti della materia -ha aggiunto Calderone- e quelli della Fondazione da questo punto di vista possono fare la differenza".
Per quota 100 sulle pensioni, ha sottolineato Calderone, "sono decine di migliaia le domande già presentate e c'è quindi un desiderio di uscire dal mercato del lavoro. C'è anche fretta nel tentativo di conquistarsi un diritto. E per la nostra categoria ci deve essere anche un impegno affinché siano utilizzati questi posti di lavoro con l'entrata di giovani nelle aziende, per dare il via a un ricambio necessario nelle imprese".
Per Calderone, che giudica "positiva" anche la norma sul riscatto della laurea ai fini pensionistici, inserita anch'essa nel decretone, su quota 100 "sarà necessario fare attenzione al fatto che non si traduca nelle aziende in una riorganizzazione per fare in modo di poter fare a meno della risorsa uscita, senza l'inserimento di una nuova".
E anche su quota 100 i consulenti del lavoro sono pronti a fare la loro parte, con la specializzazione in pianificazione previdenziale. "Io penso -ha detto Calderone rivolgendosi ai giovani consulenti del lavoro che si avvicineranno a questa nuova specializzazione- che l'augurio più grande sia di affrontare il nuovo percorso con l'obiettivo di essere ancora più preparati e competenti, come sempre nel caso di nuove attribuzioni".
E secondo Calderone sull'inserimento dei consulenti del lavoro nell'albo dei curatori nel nuovo codice delle crisi d'impresa "c'è un attacco in grande stile: abbiamo visto gli interventi ad esempio dei commercialisti, ma mi è piaciuta la risposta del ministro Bonafede, che ha sottolineato come sia necessaria", per l'inserimento nell'albo, "la vocazione di curare tutti gli aspetti legati al mondo del lavoro e i consulenti del lavoro ne sono provvisti".
"La polemica non credo -ha continuato Calderone- abbia motivi di andare avanti, ma certamente non posso parlare a nome di altre categorie professionali. Io dico solo che quello dei consulenti del lavoro è un percorso solido -ha concluso- con competenze a 360 gradi, e non lo dico io ma le leggi dello Stato".