"I dati sull’andamento infortunistico dimostrano che si deve fare di più. Finché ci sarà un solo morto nei luoghi di lavoro, non avremo mai fatto abbastanza. Purtroppo, anche nella nostra moderna società tecnologica, il fenomeno degli infortuni sul lavoro è un dramma che continua a minare ogni principio minimo di civiltà. Molto è stato fatto, e il contributo di Inail, nell’ultimo decennio, nei limiti del suo ruolo, è stato importante, ma tanto rimane ancora da fare". Lo dice all'Adnkronos/Labitalia, il presidente dell'Inail, Franco Bettoni.
"Penso nel futuro - precisa Bettoni - a un’alleanza per una grande battaglia di trasformazione culturale del Paese tra istituzioni e società civile: la politica, i diversi soggetti pubblici con le purtroppo frammentate competenze in questo settore, a livello nazionale e regionale, le organizzazioni rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro, il mondo della scuola e della formazione, ma anche il variegato tessuto associativo che in Italia ha spesso costituito il motore propulsore di importanti mutamenti sociali e culturali".
"E penso che Inail - spiega il presidente dell'Inail - possa svolgere un ruolo determinante in questo 'piano Marshall' contro gli infortuni sul lavoro, proprio per la sua collocazione istituzionale e per le funzioni che svolge, preziosi punti di snodo per la tutela di importanti interessi collettivi".
"L'Inail - spiega - con il bando Isi 2019 continua la sua opera iniziata nel 2010 stanziando ancora risorse per la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Dal 2010 al oggi sono stati messi a disposizione del sistema imprese 2 miliardi e 400 milioni di euro. I fondi stanziati con le prime nove edizioni del bando Isi hanno permesso di finanziare la realizzazione di quasi 32mila progetti di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza all’interno delle aziende, che nella maggioranza dei casi sono stati presentati da micro e piccole imprese".
"Tra i progetti - sottolinea - ammessi al finanziamento del bando dello scorso anno, in particolare, circa tre su quattro sono stati presentati da aziende con meno di 15 dipendenti. Lo strumento finanziario ha dimostrato di saper venire incontro alle esigenze di quelle imprese per cui è più gravoso sostenere gli oneri della sicurezza".
"Il bando Isi - commenta Bettoni - ha dato prova così anche di essere un eccellente volano per l’attivazione di circuiti virtuosi, fornendo un sostegno tangibile di cui ha beneficiato quel tessuto imprenditoriale che rappresenta il motore del nostro sistema produttivo. L’investimento per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori è stato indirettamente un investimento per la stessa produttività delle aziende e il sistema Paese in generale. E' questo il concetto su cui bisogna insistere. Occorre far passare il messaggio che la prevenzione non è solo un costo per le imprese e la finanza pubblica".