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"La forza gentile di mia madre mi ha salvata". Storia di Francesca testimonial Airc

Nel 2021 a 26 anni la diagnosi di linfoma di Hodgkin e le cure. "La ricerca è una seconda mamma che si prende cura di noi pazienti"

13 maggio 2023 | 17.14
LETTURA: 5 minuti

Quando rivede il film dei giorni più bui della chemio, a Francesca, 27 anni, viene in mente quella che per lei è stata come un'ancora nel mare in tempesta: "La forza gentile, ma potente, di mia mamma", la definisce all'Adnkronos Salute. E' così che traspare dalle sue parole il sostegno ricevuto da Antonella, sua madre. Insieme - Francesca Imberti e Antonella Rottigni - sono le testimonial dell'Azalea della ricerca, l'iniziativa della Fondazione Airc per la ricerca sul cancro che domenica 14 maggio colorerà le piazze d'Italia. Missione: dare nuova linfa alla ricerca che - dice Francesca - è un po' come "una seconda mamma, perché si prende cura dei pazienti, cerca di migliorare loro la vita, di far sì che si ammalino meno e che dopo le terapie stiano meglio. Insomma, fa tantissimo. E ha bisogno del supporto costante di tutti quelli che possono darlo, con gesti piccoli, ma dal potenziale enorme".

Gesti come donare una piccola cifra in cambio di un'azalea, "un bellissimo fiore e regalo" per la Festa della mamma, osserva Francesca che ha prestato il volto per il manifesto della campagna. Nella foto i riccioli castani incorniciano il suo sguardo determinato, ma dolce. Occhi chiari e grandi, fissi in quelli altrettanto belli di sua madre Antonella. Una di fronte all'altra, si tengono per mano. E il pensiero di Francesca torna a come tutto questo è cominciato, nel giugno del 2021, quando di anni ne aveva 26, il Covid colpiva duro e l'Italia era ancora divisa in zone colorate in base al rischio epidemiologico. E lei una mattina si sveglia con una forte tachicardia. In pronto soccorso inizialmente la causa viene identificata in una polmonite con versamento. Ma dopo le terapie la situazione non migliora e i medici dispongono ulteriori controlli.

"E' emerso che c'era qualcosa di più - ricorda Francesca - E' a questo punto che ho sentito per la prima volta la parola cancro e ho cominciato a vedere un po' gli sguardi preoccupati dei medici. Ovviamente è stata necessaria poi la biopsia per confermare tutto". Diagnosi: linfoma di Hodgkin. Francesca è originaria della provincia di Bergamo, ma vive da diversi anni a Torino. Mamma Antonella la raggiunge per starle vicino, anche se "purtroppo con il Covid non c'era molta possibilità di far entrare gli accompagnatori all'interno dell'ospedale. La parte iniziale del mio percorso è stata dunque molto difficile". Dopo la prima seduta di chemio Francesca decide, insieme alla famiglia e al compagno, che sarebbe stato meglio per lei spostarsi a Bergamo dalla sua mamma.

"L'ho fatto - spiega - sia perché una mamma ci accudisce come nessun altro può fare, ma anche perché in una situazione di immunosoppressione come quella in cui mi trovavo era più sicuro isolarmi il più possibile. Il mio compagno fa un lavoro in cui vede tante persone e non poteva controllare al 100%" eventuali rischi. In quei giorni di distanza forzata dal suo mondo, con il tablet unico ponte con i suoi affetti, gli amici, la vita di sempre, "se non ci fosse stata mia mamma io dico sempre che non ce l'avrei fatta. Io e lei abbiamo affrontato questo percorso insieme. E mi ha dato la forza che in alcuni momenti non avevo più, perché chiaramente la chemio ti stanca a livello fisico ed emotivo, la notizia del cancro ti stanca a livello fisico ed emotivo".

"Nonostante stesse soffrendo anche lei - continua Francesca - mi è sempre stata vicina, consolandomi quando avevo bisogno di essere consolata, dandomi forza quando avevo bisogno di reagire. Penso che, quando si parla di cancro, l'amore e la vicinanza delle persone - per me non c'è stata non solo mia madre, ma anche il mio compagno, tutta la mia famiglia, i miei cari - facciano una differenza enorme". E poi c'è la ricerca. "Ogni piccolo passo avanti che fa è un regalo enorme ai pazienti". Francesca ha finito le cure, il 23 dicembre 2021 ha ricevuto l'esito della della Pet "che ha confermato la remissione completa".

"Abbiamo ballato, cantato", dice nel video per le azalee Airc. "E' stato un bel regalo di Natale - conferma al telefono - Poi da lì ho iniziato quelli che sono i controlli periodici. Al momento ce li ho ogni 6 mesi. Ne ho appena fatto uno a marzo 2023 e farò il prossimo a settembre. In questi controlli è stata confermata la remissione e sono fiduciosa che continui così. Sto pian piano riprendendo in mano quella che è la mia vita. Sono tornata a lavorare, ho ripreso a fare attività sportiva, a uscire con gli amici. Sto trovando un nuovo equilibrio in quella che è una sorta di vita nuova. All'inizio c'è sempre un po' di timore, perché si arriva da una situazione così surreale e c'è ancora una certa debolezza che ci accompagna. Bisogna ascoltarsi, e capire quando si può fare una cosa e quando non è ancora il momento".

Il cancro "ti toglie molto, ma può anche insegnare, per esempio a preoccuparsi meno delle cose per cui non vale la pena - riflette - Sicuramente mi ha dato la voglia di ascoltare anche le storie di chi si trova in una situazione come quella che ho passato io". Francesca ha aperto un profilo Instagram (Pillole di Fra) con questa idea: "Quando sono stata malata pensavo spesso al dopo. La prima cosa che si pensa è: voglio guarire. Perché altrimenti tutto diventa più difficile. E io facevo un po' fatica a trovare delle storie che me lo mostrassero questo dopo".

Cosa succede dopo le terapie, dopo la remissione? "Ho pensato che a me era un po' mancata questa possibilità di interagire con persone che avevano affrontato il mio stesso percorso. Così un giorno mi sono detta: magari posso provarci io a condividere la mia storia, man mano che cammino in questa nuova vita. Nel mio profilo posto dei video in cui magari do dei consigli o tratto alcuni argomenti che possono essere di interesse". Dopo i primi, Francesca comincia a ricevere riscontri da persone che "volevano qualcuno con cui condividere quello che stavano affrontando. Mi sono accorta - dice - che probabilmente potevo creare una 'community' di persone che si potesse sostenere a vicenda. Oggi con alcune di queste persone mi scrivo tutti i giorni, mi raccontano com'è andata la seduta di chemio, parliamo degli effetti collaterali stanno avendo, delle loro preoccupazioni e aspirazioni, mi chiedono consigli. E' un progetto in cui credo tantissimo - conclude - e ci tengo a portarlo avanti".

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