"Mai visto niente del genere in vita mia". Così Giacomo Gentile, responsabile dei progetti di Pro Terra Sancta ora a Beirut, ha descritto all'Adnkronos quanto vissuto e testimoniato in prima persona alla dogana libanese lo scorso sabato, nelle ore in cui Damasco veniva conquistata dai ribelli e "centinaia" di sfollati, ma anche "espatriati e diplomatici" provavano a lasciare il Paese attraverso il confine libanese. "Molti italiani sono usciti dalla Siria sabato sera", ha raccontato Gentile, aggiungendo però che per alcuni sono stati 'tre giorni di calvario', rimasti bloccati per ore tra le dogane siriane e libanese in seguito alla chiusura improvvisa di quest'ultima.
"Attualmente mi trovo a Beirut, fino a due giorni fa ero in Siria, dove sono stato per quasi due settimane, prima nella città di Latakia e poi a Damasco. Sono stato a Damasco per circa una settimana, dove dopo i primi avvenimenti di Aleppo e la presa della città insieme ad Hama, l'ambasciata italiana ha indicato a tutti di dirigersi perché rappresentava un luogo più sicuro - ha raccontato Gentile - Gli ultimi giorni, soprattutto venerdì e sabato, sono stati sicuramente i più confusionari della permanenza a Damasco, in quanto iniziavano ad arrivare le voci da una parte della fuga del presidente Assad, e dall'altra parte di un continuo avvicinamento dei gruppi ribelli armati verso le periferie della capitale".
"Tanti sfollati si sono inizialmente mossi dalle città di Aleppo, Hama e Homs verso il sud al confine con il Libano, verso la costa (Latakia) e la Valle dei cristiani, e poi alla fine verso Damasco. Mentre mi spostavo da Latakia a Damasco, già vedevo arrivare tantissime famiglie dal nord verso la capitale e l'ultimo checkpoint per arrivare in città aveva quasi due ore di coda - continua Gentile - Molte di queste famiglie fuggivano su dei 'Piaggio' aperti dietro, una sorta di 'Ape car' molto più grossa nella parte posteriore, con decine di persone e sopratutto bambini, con le giacche a vento, coperte, materassi e bagagli tutti ammassati uno sopra l'altro per affrontare viaggi di 11-12 ore scappando dal terrore della guerra".
"Tante di queste persone sono ancora sfollate, soprattutto a Damasco. Proprio l'ultimo giorno, quando i ribelli hanno iniziato a entrare in città, tantissimi espatriati di diversa nazionalità, tra cui gli italiani, hanno iniziato a muoversi per uscire dal Paese. Ma il problema principale è che tutti si sono messi in moto nello stesso giorno, quando si è capito che il problema non era solo lo spostamente dei ribelli dal nord, ma la presa di tutta la Siria e il rovesciamento del regime di Assad", ha spiegato Gentile.
"Il secondo problema è che la Giordania, a fronte della situazione, ha chiuso le sue frontiere, e il Libano ha chiuso i due confini a nord. Rimaneva quindi solo il passaggio Damasco-Beirut, con le stesse scene delle famiglie che arrivavano dal nord a Latakia giorni prima, con decine di migliaia di persone, inclusi diplomatici ed espatriati, che provavano a lasciare il Paese alla stessa ora", ha aggiunto.
"Le dogane in uscita dalla Siria e in entrata nel Libano erano affollatissime: centinaia di persone ammassate che cercavano quasi di camminarsi uno sopra l'altro. Non ho mai visto niente del genere in vita mia, con spintoni e persone in lacrime spaventate perché veramente non si respirava. I soldati siriani e libanesi erano molto agitati e arrabbiati, è stato veramente molto difficile - il racconto di Gentile - Siamo stati circa un'ora alla dogana siriana e due a quella libanese. Mi ha impressionato vedere mentre uscivamo alcuni soldati siriani in lacrime, come se fossero consapevoli che stava cadendo tutto e chissà che ne sarebbe stato di loro".
"Ora al confine siriano non c'è più un'autorità competente, quindi è semplicemente aperto, si passa liberamente senza nessun timbro. Si passa la frontiera siriana senza fermarsi e si arriva a quella libanese, che fa qualche controllo in più. Il Paese è completamente sgretolato", ha detto Gentile.
"A quanto so, molti italiani sono usciti dalla Siria nella giornata di sabato, fino alla sera, quando sorprendentemente ha chiuso il confine libanese. Ma c'erano già alcune persone, tra cui italiani, che si trovavano tra i due confini, e sono rimaste bloccate per diverse ore in questa fascia, seppur al sicuro. Sono state avvertite ambasciate e agenzie Onu, ma è stato un calvario per molti. La dogana libanese ha riaperto ieri mattina e stamattina alle otto, permettendoa a tanti italiani di riuscire a passare. Quindi gli italiani che volevano espatriare sono usciti quasi tutti, nonostante il calvario di tre giorni", ha spiegato.
Gentile ha infine raccontato la sua personale 'avventura' in uscita dalla Siria. "A pochi minuti dalla partenza dalla Siria sabato pomeriggio, sono stato contattato dall'ambasciata italiana che mi ha chiesto se potevano viaggiare con me una coppia di persone anziane, lui italo-siriano e lei italiana, che in stato confusionale non riuscivano a lasciare il Paese - ha detto Gentile - L'ambasciata ha organizzato per loro una prima accoglienza, e poi hanno viaggiato insieme a me. È stata sicuramente un'avventura: cercare di portare in salvo queste due persone in Libano è stato toccante, perché erano molto spaventati da quello che stava succedendo, ma poi è andato tutto bene e sabato sera siamo arrivati a Beirut".