L'ex capo missione a Mosca: "Ho forti dubbi che Putin abbandoni Tartous, potrebbe creare un'enclave"
Tra Russia e Turchia "sono convinto" ci siano contatti in corso per cercare di contenere la crisi siriana, con la prima schierata con Damasco e la seconda con gli insorti protagonisti di quella che finora sembra un'avanzata inarrestabile, ma non è detto che "siano ancora in grado di determinare gli eventi, con il rischio che le dinamiche sfuggano di mano". Ambasciatore a Mosca fino allo scorso anno, Giorgio Starace parla degli ultimi sviluppi in Siria, del "regolamento di conti" che sta dietro a quanto sta accadendo ma anche della difficoltà a fare previsioni, non solo per gli analisti, ma anche per gli stessi Putin ed Erdogan. E delle conseguenze che potrebbero esserci per altri Paesi, a cominciare dalla Libia.
"Intanto - esordisce Starace, commentando con l'Adnkronos la possibilità che Mosca abbia 'mollato' Bashar al Assad - ho forti dubbi che la Russia possa abbandonare la base navale di Tartous, unico accesso stabile nel Mediterraneo. Se la Russia non è più in grado di sostenere il presidente siriano come in passato, allora è possibile che crei una sua enclave in quell'area. Avrebbe già iniziato a costruire delle strutture intorno alla base a protezione del porto".
Certo, sostiene l'ex ambasciatore a Mosca, "neanche i russi si aspettavano un'accelerazione degli eventi del genere, per quanto la Russia da tempo insistesse con Assad per una maggiore stabilizzazione dell'assetto interno". "C'è stato un tentativo russo, ma non ha funzionato", sottolinea Starace, e questo perché "nel mondo arabo continua ad essere preminente la logica del clan, per cui un leader è condizionato da quello che ha intorno".