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Siria, amb. Starace: "Contatti Russia-Turchia, ma rischio eventi sfuggano di mano"

L'ex capo missione a Mosca: "Ho forti dubbi che Putin abbandoni Tartous, potrebbe creare un'enclave"

Siria, amb. Starace:
07 dicembre 2024 | 14.08
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Tra Russia e Turchia "sono convinto" ci siano contatti in corso per cercare di contenere la crisi siriana, con la prima schierata con Damasco e la seconda con gli insorti protagonisti di quella che finora sembra un'avanzata inarrestabile, ma non è detto che "siano ancora in grado di determinare gli eventi, con il rischio che le dinamiche sfuggano di mano". Ambasciatore a Mosca fino allo scorso anno, Giorgio Starace parla degli ultimi sviluppi in Siria, del "regolamento di conti" che sta dietro a quanto sta accadendo ma anche della difficoltà a fare previsioni, non solo per gli analisti, ma anche per gli stessi Putin ed Erdogan. E delle conseguenze che potrebbero esserci per altri Paesi, a cominciare dalla Libia.

"Intanto - esordisce Starace, commentando con l'Adnkronos la possibilità che Mosca abbia 'mollato' Bashar al Assad - ho forti dubbi che la Russia possa abbandonare la base navale di Tartous, unico accesso stabile nel Mediterraneo. Se la Russia non è più in grado di sostenere il presidente siriano come in passato, allora è possibile che crei una sua enclave in quell'area. Avrebbe già iniziato a costruire delle strutture intorno alla base a protezione del porto".

Certo, sostiene l'ex ambasciatore a Mosca, "neanche i russi si aspettavano un'accelerazione degli eventi del genere, per quanto la Russia da tempo insistesse con Assad per una maggiore stabilizzazione dell'assetto interno". "C'è stato un tentativo russo, ma non ha funzionato", sottolinea Starace, e questo perché "nel mondo arabo continua ad essere preminente la logica del clan, per cui un leader è condizionato da quello che ha intorno".

Quanto alla Turchia, "Erdogan ha sicuramente ben lucrato da questa situazione di debolezza" del regime e dei suoi alleati, Iran ed Hezbollah, oltre a essere mosso dall'obiettivo di "regolare i conti con i curdi". "Ma mi chiedo - prosegue nella sua analisi l'ex ambasciatore - in che misura riuscirà a determinare la situazione sul terreno. I droni forniti dalla Turchia hanno sicuramente fatto la differenza" nell'avanzata di Hayar Tahrir al Sham (Hts) e delle forze loro alleate, ma resta il tema dell''autonomia' dei vari gruppi, "il problema del regolamento di conti, della polarizzazione delle fazioni e del dominio alawita sulla maggioranza sunnita".Chi invece in Siria "ne esce con le ossa rotte" è sicuramente l'Iran, dopo aver già 'perso' il Libano, sostiene Starace, mentre in effetti "per la Russia, che pure ha fatto un passo indietro, non tutto è perduto". L'ex ambasciatore, che è stato anche inviato in Libia, pensa al Paese nordafricano, dove ci sono ancora centinaia di russi dispiegati in Cirenaica a sostegno di Khalifa Haftar. Se Mosca ha dovuto richiamare migliaia di mercenari della ex Wagner dall'Africa per riposizionarli nella guerra in Ucraina, tuttavia in Libia, "che è un Paese quasi disabitato, i pochi uomini che sono rimasti riescono ad avere un peso". E anche qui torna "il gioco di equilibri" tra Putin, che sostiene l'est, ed Erdogan, che ha i suoi interessi a Tripoli.In questo contesto, è la chiosa di Starace, "bisognerebbe ancor più riflettere sulla necessità di un esercito comune europeo, con una maggiore attenzione al fianco sud", che interessa in particolare l'Italia, dopo la concentrazione di risorse verso est a causa della guerra in Ucraina.

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