Eleonora Tafuro Ambrosetti (Ispi): "E dopo di lui sarebbe lo stesso. In Ucraina sente di sente di essere in un buon momento".
"Ci aspettano altri sei anni di scontro" con la scontata riconferma di Vladimir Putin al Cremlino. E un eventuale dopo-Putin non sarebbe molto diverso perché "la macchina che ha creato continuerebbe a funzionare" . Eleonora Tafuro Ambrosetti, ricercatrice senior dell'Osservatorio Russia, Caucaso e Asia Centrale presso l'Ispi, ragiona con l'Adnkronos dopo le elezioni in Russia e "un risultato di cui non siamo sorpresi" perché "sappiamo benissimo" che lì "non ci sono elezioni libere e competitive". E "lo sappiamo perché non solo i dissidenti politici, come Alexei Navalny ormai morto o Kara Murza sono in carcere, ma perché coloro che avevano più possibilità di sfidare Putin sono stati estromessi". Il pensiero corre a Boris Nadezhdin, escluso dalle presidenziali russe.
In Russia, sintetizza l'esperta, le elezioni sono un "rituale che Putin vuole compiere" sia "per chiedere ai russi di dare un parere sul suo operato", ottenendo "una sorta di plebiscito" da utilizzare per rivendicare legittimità, sia per "ricompattare l'élite al potere". Il famoso cerchio magico intorno a Putin.
Così, prosegue nella sua analisi, per l'Occidente si prospettano "altri sei anni di scontro perché chiaramente il fatto che la guerra contro l'Ucraina", ormai entrata nel terzo anno dopo l'invasione russa iniziata il 24 febbraio 2022, sia descritta dalla propaganda russa come una guerra contro la Nato e l'Occidente, non fa presagire nulla di buono".
I prossimi anni, secondo Tafuro Ambrosetti, saranno anni di "scontro con l'Occidente" e di "continuità in Ucraina" perché la Russia "sente di essere in un buon momento" e di "avere il tempo dalla sua parte", anche in vista degli appuntamenti elettorali in Occidente. Un eventuale ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca costituirebbe un fatto "enormemente positivo" per la Russia in un momento in cui anche una riconferma di Joe Biden è vista nel contesto delle "crepe" e delle "beghe", con il pacchetto di aiuti per Kiev che resta bloccato al Congresso.
Non solo le "crepe" nel sostegno a Kiev, ma la Russia "sente anche di avere le capacità necessarie per sferrare nuova offensiva, come ritengono molti analisti militari". E, osserva, "non troveremo una Russia più disposta a scendere a compromessi" con la sua 'amica' Cina, che non ha mai condannato esplicitamente l'invasione russa dell'Ucraina e che con Mosca fa affari, che "gioca tutto sull'ambiguità strategica". Il Dragone di Xi Jinping, che si è subito congratulato con Putin, ha nella Russia un "alleato utile soprattutto nella retorica e nelle politiche antiamericane". L'antiamericanismo è un "grande collante - rileva - ma non è l'unico pur essendo alla base delle relazioni" tra Mosca e il gigante asiatico, che con Putin al Cremlino vede "continuità politica".
E una Russia dopo Putin, 72 anni a ottobre, non sarebbe molto diversa. L'esperta ipotizza un' "eventuale morte improvvisa" e sottolinea come la Russia sia "un Paese verticalmente gestito con un grosso accentramento del potere". "Putin ha creato un sistema - rimarca - e sarebbe difficile per qualsiasi leader dopo Putin deviare sugli assi fondamentali della politica estera russa che ormai sono stati definiti". Quando sarà "finito questo nuovo mandato sarà il leader che è stato al potere per più tempo di tutti, anche di Stalin". E anche dopo di lui, conclude, "la macchina che ha creato continuerebbe a funzionare".