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Perché all'Ue serve una legge sulla produzione militare. Il rapporto Ecrf

L'Unione deve adattarsi al momento storico e al potenziale venir meno del sostegno Usa con una European Defence Production Act, spiega il nuovo rapporto del think tank

Addestramento in corso a Trapani Birgi dei caccia Eurofighter facente parte al 37o stormo - Alberto Lo Bianco FOTOGRAMMA
Addestramento in corso a Trapani Birgi dei caccia Eurofighter facente parte al 37o stormo - Alberto Lo Bianco FOTOGRAMMA
04 novembre 2024 | 12.21
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L’Unione europea deve adottare una legge sulla produzione militare per poter rispondere meglio all’aumento delle minacce belliche e alle crisi ibride. Questa la conclusione del nuovo rapporto dell’European Council on Foreign Relations, secondo cui un “European Defence Production Act” consentirebbe all’Ue di agire rapidamente, mobilitare più velocemente le risorse e garantire una risposta coordinata in caso di bisogno.

Una legge del genere è “è essenziale per consentire all'Ue di rispondere alle guerre e alle crisi sia in patria che tra gli alleati, come l'Ucraina, proteggendo il resto del continente dalle aggressioni”, dichiara Nicu Popescu, già vicepremier e ministro degli esteri moldavo, oggi Distinguished Policy Fellow del think tank e coautore del rapporto.

“Siamo di fronte a minacce ibride, in cui la distinzione tra tempo di pace e tempo di guerra è sempre più sfumata. L'Ue e i suoi partner hanno tardato a riconoscerle, ma l'Europa non può più permettersi di agire al ritmo lento del tempo di pace: abbiamo bisogno di risposte più rapide e coordinate per affrontare efficacemente queste sfide”, afferma Popescu.

L’esortazione di Ecfr arriva a ridosso delle elezioni statunitensi, nella consapevolezza che se vincesse Donald Trump il supporto Usa per la Nato potrebbe essere pesantemente ridimensionato. L’autosufficienza è sempre più urgente, scrivono gli autori del rapporto, alla luce dei conflitti in fase di aggravamento, tra cui la guerra in Ucraina, le crisi in Medio Oriente e l'instabilità nel Sahel.

“Nel frattempo, minacce ibride come i cyberattacchi e le turbolenze economiche spingono i conflitti al di là dei campi di battaglia convenzionali e nuove minacce come le pandemie e l'emergenza climatica impongono agli Stati e alle popolazioni esigenze simili a quelle di un conflitto”.

Per resistere a queste pressioni, l’Ue deve “urgentemente rafforzare i propri sistemi economici, istituzionali e infrastrutturali”, scrivono gli autori. Il pacchetto andrebbe modellato sulla base del Defense Production Act statunitense e dovrebbe fornire un quadro giuridico in grado di consentire risposte più rapide a crisi militari e non, tra cui la carenza di energia e attacchi cyber.

Tra i punti chiave del rapporto Ecfr ci sono la necessità di snellire le procedure a livello europeo e nazionale e aggiornare i sistemi di trasporto, energetici e informatici europei per renderli resilienti alle crisi, “anche se questi aggiornamenti non hanno immediatamente senso dal punto di vista economico”.

Tutto questo richiede nuove fonti di finanziamento e coordinamento politico, sottolineano gli autori. Si rende dunque necessaria una “maggiore cooperazione” tra Ue, Nato e istituzioni finanziarie come la Banca europea per gli investimenti e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo.

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