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Nagorno-Karabakh, cessate il fuoco. Presidente azero: "Stop operazioni militari"

Azerbaigian: "Accordo per sospendere operazione". Pashinyan: "Armenia non ha partecipato a negoziati per cessate il fuoco"

Baku (Afp)
Baku (Afp)
20 settembre 2023 | 09.01
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Il presidente azero Ilham Aliyev ha dichiarato lo stop alle operazioni militari nella regione del Nagorno Karabakh in un discorso televisivo alla Nazione. L'annuncio ufficiale è arrivato dopo che già stamattina era stata sospesa "l'operazione antiterrorismo" avviata ieri. "Le unità armene illegali hanno iniziato il processo di ritiro dalle loro posizioni. Hanno accettato le nostre condizioni e hanno iniziato a consegnare le armi", ha dichiarato Aliyev, affermando che l'Azerbaigian ha riconquistato la piena sovranità nell'operazione e assicurando la popolazione del Nagorno-Karabakh sulla sua volontà di integrarla e trasformare la Regione in un "paradiso".

Ha affermato, poi, che l'Azerbaigian non ha nulla contro gli armeni del Nagorno, che "sono nostri cittadini", ma solo contro la loro leadership separatista "criminale". Aliyev ha detto, infine, di aver apprezzato che l'Armenia non abbia cercato di intervenire nell'operazione militare, rimanendo invece "vigile".

E' salito intanto a 200 il bilancio delle vittime dell'operazione azera, nella quale sono rimaste ferite altre 400 persone. Lo hanno reso noto le autorità separatiste della regione, secondo cui tra le vittime ci sono anche dieci civili, cinque dei quali bambini. "Ci sono migliaia di persone che non sono ancora riuscite a trovare i loro parenti e familiari. L'Ufficio dell'Ombudsman per i diritti umani dell'Artsakh ha avviato una missione di accertamento dei fatti per raccogliere dati su coloro la cui sorte è sconosciuta", ha scritto su X l'Ufficio dei diritti umani di Artsakh, nome armeno della regione.

L'ACCORDO

Raggiunto il cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh dove i separatisti armeni hanno annunciato che deporranno le armi. L'Azerbaigian ha reso noto che è stato raggiunto un accordo per sospendere l'operazione militare, da Baku definita di "misure antiterrorismo", in Nagorno-Karabakh. Lo riporta la Tass citando il ministero della Difesa dell'Azerbaigian, secondo il quale l'accordo è entrato in vigore oggi alle 12 ore di Mosca.

"Il Ministero della Difesa della Repubblica dell'Azerbaigian riferisce che, tenendo conto dell'appello dei rappresentanti degli armeni residenti nel Karabakh, ricevuto tramite il contingente russo di mantenimento della pace, è stato raggiunto un accordo per sospendere le misure antiterroristiche locali", si legge nel comunicato della Difesa di Baku.

Come parte degli accordi raggiunti, “i gruppi illegali consegneranno tutte le armi e le attrezzature pesanti”, si legge ancora nel comunicato, secondo quanto riferisce Ria Novosti, precisando che dopo aver lanciato l'operazione ieri l'esercito azero ha preso il controllo di oltre 90 posizioni militari armene.

L'amministrazione presidenziale azera ha annunciato per domani un incontro con i rappresentanti degli armeni del Karabakh "per discutere le questioni del reinserimento in base alla Costituzione e alle leggi della Repubblica dell’Azerbaigian".

Le autorità separatiste armene del Nagorno-Karabakh hanno annunciato oggi che deporranno le armi nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco raggiunto con l'Azerbaigian con la mediazione delle forze di mantenimento della pace russe.

In un appello rivolto alla popolazione della regione separatista la notte scorsa dalla presidenza azera era stato detto che "le forze armate illegali armene devono issare bandiera bianca, consegnare tutte le armi e il regime illegale deve dissolversi. Altrimenti le operazioni antiterrorismo continueranno fino alla fine".

Questa mattina le autorità del Nagorno-Karabakh hanno reso noto che "è stato raggiunto un accordo sul ritiro delle unità e dei militari rimasti delle forze armate armene e sulla dissoluzione e disarmo completo delle formazioni armate dell'Esercito di difesa del Nagorno-Karabakh".

Secondo l'Armenia, almeno 32 persone sono rimaste uccise e oltre 200 ferite nella giornata di ieri dopo l'avvio dell'operazione militare da parte dell'Azerbaigian nella regione separatista.

Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha detto che l'Armenia "non ha partecipato alle discussioni" tra l'Azerbaigian e le autorità del Nagorno-Karabakh che hanno portato oggi all'accordo per il cessate il fuoco. "Prendiamo atto di quanto accaduto e continueremo a monitorare gli sviluppi", ha dichiarato il premier, in un messaggio al popolo armeno ripreso dalla Tass,

Pashinyan ha inoltre espresso la speranza che dopo il cessate il fuoco le forze di pace russe proteggano la popolazione del Nagorno: "Si presume che se le forze di pace hanno fatto una proposta del genere - ha detto riferendosi all'accordo che prevede che i separatisti armeni depongano le armi - ciò significa che hanno accettato pienamente e senza riserve la piena responsabilità di provvedere agli armeni del Nagorno-Karabakh, garantendo tutte le condizioni per i loro diritti".

LA MEDIAZIONE DI MOSCA

L'accordo sul cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh è stato raggiunto attraverso la mediazione del comando del contingente russo di peacekeeping. Lo ha riferito il ministero della Difesa russo, spiegando che il comando ha mediato "tra la parte azera e i rappresentanti del Nagorno-Karabakh". Come sottolineato dal ministero della Difesa, riporta l'agenzia Tass, gli accordi saranno attuati in coordinamento con il contingente russo schierato nella regione contesa.

Il presidente russo, Vladimir Putin, durante un incontro con il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha affermato che la Russia è in stretto contatto con tutte le parti coinvolte nel conflitto nel Nagorno-Karabakh e ha espresso la speranza di un allentamento della tensione e che si trovi una soluzione pacifica al problema.

"Siamo in stretto contatto con tutte le parti in conflitto - con le autorità di Erevan, Stepanakert e Baku - Spero che riusciremo a raggiungere una riduzione dell'escalation e a indirizzare la soluzione di questo problema verso una direzione pacifica", ha sottolineato il presidente russo, citato dall'agenzia Ria Novosti.

LA GERMANIA

"L'Azerbaigian in particolare, e anche la Russia, devono garantire che le persone siano al sicuro nelle loro case" ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York dopo l'escalation in Nagorno-Karabakh. "Ci sarà una soluzione pacifica a questo conflitto solo se si riuscirà a fermare immediatamente le azioni militari del passato e anche quelle attuali", ha aggiunto.

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