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Israele, terremoto nel governo: Netanyahu licenzia Gallant

Silurato il ministro della Difesa sostituito da Katz. In migliaia in piazza contro la decisione del premier israeliano

Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant (Afp)
Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant (Afp)
06 novembre 2024 | 00.26
LETTURA: 6 minuti

Terremoto nel governo israeliano. Mentre continuano i raid con morti e feriti su Gaza, in Cisgiordania e nel sud del Libano, il premier Benjamin Netanyahu ha licenziato il ministro della Difesa Yoav Gallant e lo ha sostituito con Israel Katz, già ministro degli Esteri. Al posto di Katz, la guida del ministero degli Esteri è stata affidata a Gideon Saar. Netanyahu avrebbe informato Gallant della sua rimozione appena 10 minuti prima dell'annuncio pubblico.

In migliaia sono scesi in piazza contro la decisione del premier. Il presidente israeliano Isaac Herzog ha messo in guardia contro qualsiasi sconvolgimento politico, mentre il Paese combatte guerre su più fronti. "L'ultima cosa di cui lo Stato di Israele ha bisogno in questo momento è uno sconvolgimento e una rottura nel mezzo della guerra. La sicurezza dello Stato di Israele deve essere al di sopra di ogni considerazione", ha affermato Herzog, aggiungendo che "il ruolo della leadership è quello di agire con grande responsabilità in questo momento".

Perché Netanyahu ha licenziato Gallant

Netanyahu ha motivato la decisione di rimuovere Gallant parlando di ''sfiducia reciproca'' che si è sviluppata gradualmente tra i due. Una condizione che ''non consente una normale gestione della guerra'' che Israele sta combattendo nella Striscia di Gaza e in Libano, ha aggiunto Netanyahu. "Purtroppo, anche se nei primi mesi della guerra c'era fiducia e c'era un lavoro molto fruttuoso, negli ultimi mesi questa fiducia si è incrinata tra me e il ministro della Difesa", ha affermato Netanyahu.

Il premier israeliano ha spiegato che i due non erano d'accordo sulla gestione della guerra e che Gallant ha preso decisioni e fatto dichiarazioni in contraddizione con le decisioni del governo. "Ho fatto molti tentativi per colmare queste lacune, ma continuavano ad ampliarsi", ha detto. Lacune che "sono anche giunte a conoscenza della popolazione in un modo inaccettabile e, cosa ancora peggiore, sono giunte a conoscenza del nemico: i nostri nemici ne hanno tratto un sacco di benefici", ha sottolineato.

Le parole di Gallant e Katz

La ''sicurezza dello Stato di Israele è sempre stata, e rimarrà sempre, la missione della mia vita'', le prime parole di Gallant dopo essere stato rimosso. Gallant ha dichiarato in una conferenza stampa di essere stato licenziato per tre questioni che lo mettevano in contrasto con Netanyahu: "La mia ferma posizione sulla coscrizione universale, l'impegno a restituire gli ostaggi e la richiesta di una commissione statale d'inchiesta sul fallimento del 7 ottobre". "È possibile restituire gli ostaggi", ha aggiunto Gallant, "ma ciò implica dei compromessi. Lo stato di Israele può fare quei compromessi".

"Ringrazio il primo ministro Netanyahu per la fiducia riposta in me nominandomi ministro della Difesa", ha dichiarato Katz su X. "Lavoreremo insieme per portare la vittoria alle forze di sicurezza", ha affermato, "e per raggiungere gli obiettivi della guerra: il ritorno di tutti gli ostaggi come missione di valore più importante, la distruzione di Hamas a Gaza, la sconfitta di Hezbollah in Libano, il contenimento dell'aggressione iraniana e il ritorno dei residenti del nord e del sud alle loro case in sicurezza".

Altri licenziamenti in vista?

Secondo indiscrezioni uscite sulla stampa israeliana, Netanyahu starebbe valutando di licenziare anche i capi delle Idf e dello Shin Bet. Indiscrezioni che però il primo ministro ha prontamente smentito: "Le notizie secondo cui ho intenzione di licenziare il capo dell'esercito e i quello dello Shin Bet sono false e mirano a seminare divisione e discordia".

L'ufficio del premier ha reso noto che Netanyahu ha parlato con il capo di stato maggiore delle Idf, Herzi Halevi, con il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, e con il direttore del Mossad, David Barnea, rassicurando i suoi interlocutori dopo aver licenziato Gallant.

Reazioni e proteste

Gallant era ''un ostacolo alla vittoria assoluta'' di Israele, ha commentato il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir accogliendo con favore la decisione del premier israeliano. "Il primo ministro ha fatto bene a rimuoverlo dal suo incarico", ha affermato Ben Gvir, che in più occasioni aveva chiesto di rimuovere Gallant. "Non era possibile ottenere una vittoria assoluta" con Gallant in carica, ha aggiunto.

Mentre il leader dell'opposizione israeliano Yair Lapid ha definito la rimozione di Gallant nel bel mezzo della guerra "un atto di follia", affermando su X che "Netanyahu sta tradendo i soldati della sicurezza israeliana e delle Idf per una vergognosa sopravvivenza politica". "Il governo di destra privilegia gli evasori della leva rispetto a coloro che la servono", ha affermato Lapid, invitando i sostenitori del suo partito Yesh Atid "e tutti i patrioti sionisti a scendere in piazza stasera per protestare".

Anche Yair Golan, leader del partito democratico israeliano, ha chiesto alla popolazione di scendere in piazza e uno sciopero generale dopo il licenziamento del ministro della Difesa. Golan ha chiesto alle università e ai college di chiudere, ai luoghi di lavoro di non riaprire e ha invitato la popolazione israeliana a protestare.

L'Hostages and Missing Families Forum ha condannato la decisione del primo ministro israeliano di rimuovere il ministro della Difesa, affermando che altro non è se non ''un altro tentativo di affossare l'accordo sugli ostaggi". Il gruppo, che rappresenta le famiglie delle persone prese in ostaggio il 7 ottobre, ha chiesto al nuovo ministro della Difesa Katz di ''esprimere un impegno esplicito per la fine della guerra e di portare a termine un accordo per l'immediato ritorno di tutti i rapiti''. "Il licenziamento del ministro della Difesa è una prova delle scarse priorità del governo israeliano", ha aggiunto il Forum su X, affermando che "gli obiettivi militari nella Striscia di Gaza sono stati raggiunti" e che Israele deve ora ottenere un "accordo per il rilascio di tutti i rapiti e la fine della guerra".

In tutto il Paese proteste contro la rimozione del ministro della Difesa israeliano. Circa 1.000 manifestanti si sono radunati vicino alla residenza di Netanyahu a Gerusalemme. Migliaia di persone in piazza a Tel Aviv, centinaia si sono radunati ad Haifa. I manifestanti hanno bloccato l'autostrada Ayalon di Tel Aviv in entrambe le direzioni. Durante le proteste cinque persone sono state arrestate dalla polizia israeliana. Tre persone sono state fermate a Gerusalemme "per aver attaccato la polizia e rotto le barriere" di sicurezza intorno alla residenza del premier, mentre ad Haifa sono stati fermati altri due manifestanti che avevano cercato di interrompere il traffico.

La reazione di Usa e Italia

Un portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca ha elogiato Gallant e ha affermato che l'amministrazione Biden continuerà a collaborare con il suo successore, ma ha evitato di criticare direttamente la decisione di Netanyahu di licenziarlo. "Il ministro Gallant è stato un collaboratore importante in tutte le questioni relative alla difesa di Israele. Come stretti partner, continueremo a lavorare in collaborazione con il prossimo ministro della Difesa di Israele", ha detto il portavoce al Times of Israel.

Poco prima, un altro funzionario statunitense aveva dichiarato al Times of Israel che la decisione di Netanyahu di licenziare Gallant il giorno delle elezioni presidenziali statunitensi indicava che il premier voleva evitare la reazione di Washington sulla controversa decisione di licenziare il suo ministro della Difesa nel bel mezzo di una guerra.

''Sono dispiaciuto, triste e preoccupato per la scelta di sostituire il Ministro Gallant alla guida del Ministero della Difesa israeliano. La sua serietà, la sua onestà intellettuale e la sua disponibilità anche a confronti duri ma sempre rispettosi mancheranno a me ma ancor di più ad Israele'', ha scritto su X il ministro della Difesa, Guido Crosetto. ''La sua visione del futuro ed il suo reale impegno per creare le condizioni della fine del conflitto e della liberazione degli ostaggi rappresentavano per me una speranza e mi spingevano ad impegnarmi per aiutarlo perché ciò avvenisse. Da oggi sarà più difficile anche alimentare la speranza. Almeno per me''.

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