Ennesimo appello delle Nazioni Unite: rispettare le strutture sanitarie nella Striscia
Almeno 50 persone, tra cui cinque medici, sono state uccise in un attacco aereo israeliano su un edificio vicino all'ospedale Kamal Adwan nel nord di Gaza. Lo ha riferito Hussam Abu Safia, direttore dell'ospedale, citato da Al Jazeera.
L'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha annunciato che l'ultimo grande ospedale operativo nel nord di Gaza è "fuori uso" a seguito di un'operazione dell'esercito israeliano contro combattenti di Hamas nei pressi della struttura. "Il raid di questa mattina contro l'ospedale Kamal Adwan ha messo fuori uso l'ultimo importante centro sanitario nel nord di Gaza", situato a Beit Lahia, ha annunciato l'Oms su X.
I primi rapporti, sottolinea l'Oms, "indicano che alcuni reparti chiave sono stati gravemente bruciati e distrutti durante il raid".
Secondo l'organizzazione, "60 operatori sanitari e 25 pazienti in condizioni critiche" sarebbero ancora nell'ospedale. "I pazienti in condizioni da moderate a gravi sono stati costretti a evacuare l'ospedale distrutto e non funzionante. L'Oms è profondamente preoccupata per la loro sicurezza". Questo raid al Kamal Adwan "arriva dopo le crescenti restrizioni all'accesso per l'Oms e i partner, e i ripetuti attacchi alla struttura o nelle sue vicinanze dall'inizio di ottobre. Tali ostilità e i raid stanno vanificando tutti i nostri sforzi e il nostro supporto per mantenere la struttura minimamente funzionante". Lo smantellamento sistematico del sistema sanitario a Gaza, sottolinea l'Oms, "è una condanna a morte per decine di migliaia di palestinesi bisognosi di assistenza sanitaria": "Questo orrore deve finire e l'assistenza sanitaria deve essere protetta. Cessate il fuoco!", chiede l'Organizzazione mondiale della Sanità.
Le Nazioni Unite hanno invitato le parti a proteggere le strutture sanitarie nella Striscia di Gaza. "Continuiamo a chiedere a tutte le parti di rispettare e proteggere il personale e le unità mediche, compresi gli ospedali e le strutture mediche, in ogni circostanza", ha affermato Stéphanie Tremblay, vice portavoce del Segretario generale.