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Rafah, media: "Tank Israele in centro città". Nuova proposta di tregua per Hamas

Secondo la Bbc i carri armati israeliani hanno il controllo della rotonda di al-Awda, a mezzo chilometro dal confine con l'Egitto. Oggi riunione urgente all'Onu

Tank israeliano - (Afp)
Tank israeliano - (Afp)
28 maggio 2024 | 08.14
LETTURA: 6 minuti

"Numerosi" tank delle forze israeliane (Idf) sono nel centro di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Secondo la Bbc i carri armati israeliani hanno il controllo della rotonda di al-Awda, punto strategico nel centro della città, a mezzo chilometro dal confine con l'Egitto sul lato sud. Nell'area si trovano banche, sedi di istituzioni, aziende e negozi. L'operazione sia stata segnata da intensi bombardamenti dell'artiglieria e secondo la testimonianza di una persona che si è rifugiata con i familiari nell'ospedale emiratino, nella zona ovest della città, i soldati posizionati sul tetto di un edificio che domina la piazza aprono il fuoco a ogni movimento.

Media: "Israele ha consegnato a mediatori nuova proposta di tregua"

Israele ha intanto consegnato ai mediatori - Qatar, Egitto e Stati Uniti - una proposta ufficiale, scritta e aggiornata riguardo un possibile accordo con Hamas che porti al rilascio degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza dall'attacco 7 ottobre in Israele. Lo rivela Barak Ravid, giornalista di Axios, che cita fonti secondo cui la proposta sarebbe stata consegnata ieri.

Il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, dovrebbe incontrare oggi stesso a Doha rappresentanti di Hamas per trasmettere loro la proposta israeliana, aggiunge. Secondo quanto trapela, il documento include la volontà di dimostrare "flessibilità" riguardo il numero di ostaggi in vita che dovrebbero essere rilasciati nella prima fase dell'accordo, così come la disponibilità a parlare delle richieste di Hamas per una "calma sostenibile" nella Striscia di Gaza.

Media: nuovi raid su Rafah hanno ucciso 16 palestinesi

Nuovi attacchi israeliani avvenuti su Rafah nella notte hanno ucciso almeno 16 palestinesi, lo riferisce la Difesa civile e la Mezzaluna Rossa palestinese spiegando che i raid sono avvenuti nel quartiere di Tel al-Sultan, nel nord-ovest della città, la stessa area presa di mira dall'Idf domenica notte e che ha provocato la morte di almeno 45 persone. Sei persone, tra cui un medico, sono state uccise vicino all'ospedale Kamal Adwan, nel nord di Gaza, mentre i raid israeliani continuano nella zona secondo al Jazeera.

Dal 7 ottobre, sarebbero almeno 36.096 i morti e 81.136 i feriti nella Striscia, denuncia il nuovo bollettino del ministero della Salute di Gaza Il bilancio rilanciato dalla tv satellitare al-Jazeera comprende almeno 46 morti e 110 feriti nelle ultime 24 ore.

Riunione emergenza Onu

Intanto il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite terrà oggi una riunione di emergenza per discutere del raid israeliano contro una tendopoli a Rafah in cui sono morte almeno 45 persone. La riunione, ha reso noto un diplomatico delle Nazioni Unite citato dalla Cnn, è stata richiesta dall'Algeria.

I militari israeliani sostengono che, sulla base dei primi risultati dell'inchiesta, la strage di domenica sia stata provocata da un'esplosione "secondaria". I militari israeliani, scrive il Times of Israel, sospettano che munizioni o sostanze combustibili, di cui non erano a conoscenza, possano aver provocato un'esplosione e un incendio che si è propagato fino all'area con gli sfollati, dopo un raid aereo contro due comandanti di Hamas. L'inchiesta iniziale delle Idf sospetta la presenza di munizioni, armi o altro materiale nell'area del l'attacco.

I militari dicono di aver tracciato i comandanti di Hamas Yassin Rabia e Khaled Najjar prima del raid contro l'edificio in cui si trovavano domenica sera nella zona di Tel Sultan, nella parte occidentale di Rafah. E, secondo le informazioni di intelligence delle Idf, l'area veniva usata da Hamas, con la presenza di un lanciarazzi a poche decine di metri dal punto in cui sono stati uccisi i due comandanti di Hamas. Secondo i militari, il raid non ha colpito l'area, indicata come "zona umanitaria", nella regione di al-Mawasi e il sito di Hamas preso di mira si trova a più di un chilometro. Inoltre, riporta ancora il Times of Israel, i caccia israeliani hanno sganciato due munizioni 'piccole', ognuna da 17 chili. Per il portavoce militare israeliano Daniel Hagari, riferisce anche il Guardian, quelle munizioni sarebbero troppo 'piccole' per innescare un incendio. Ma dopo il raid sono divampate le fiamme nella zona con gli sfollati. E i palestinesi hanno denunciato l'uccisione di 45 persone. Il premier israeliano ha parlato di un "tragico incidente".

Secondo l'agenzia dell'Onu Unrwa, sono saliti a circa un milione i palestinesi fuggiti da Rafah nel corso delle ultime tre settimane. "Non hanno nessun posto sicuro dove andare tra i bombardamenti" e si spostano in condizioni di "mancanza di cibo e acqua", tra "cumuli di rifiuti e in condizioni di vita inadeguate". Fornire loro assistenza e protezione sta diventando quasi "impossibile", ha dichiarato l'agenzia.

Un altro soldato egiziano morto dopo scontri con Idf a valico Rafah

Un altro soldato egiziano è morto dopo essere rimasto gravemente ferito ieri in scontri a fuoco con forze israeliane nei pressi del valico di Rafah. Lo riferisce Middle East Eye che cita fonti locali precisando che si tratta del 21enne Ibrahim Islam Abdelrazzaq, secondo soldato morto negli scontri. Intanto è stato sepolto a sud del Cairo il soldato egiziano morto ieri nello scontro a fuoco al confine con Gaza. Decine di persone, ha riferito la tv satellitare al-Arabiya, gli hanno dato l'ultimo saluto nella provincia di Fayoum. Ieri i militari egiziani ne hanno confermato l'uccisione in uno scontro a fuoco vicino al confine con la Striscia di Gaza, senza però citare Israele. Il canale egiziano Al Qahera ha poi citato una fonte della sicurezza che, riferendo dei risultati iniziali dell'inchiesta, ha parlato di colpi d'arma da fuoco in varie direzioni durante uno scontro tra forze israeliane e palestinesi armati.

Israele, 'convogli di protesta' di auto bloccano traffico per chiedere elezioni anticipate

Nuove proteste contro il governo di Benjamin Netanyahu oggi in Israele dove convogli di auto bloccano il traffico lungo diverse arterie del paese procedendo a velocità molto ridotta e chiedendo elezioni anticipate. Ne dà notizia il Times of Israel: video postati sui social mostrano decine di auto che procedono in blocco a passo d'uomo attraverso aree diverse del paese, Sharon, Ben Shemen, Caesarea e Haifa.

Msf scrive a Meloni: "Necessaria iniziativa umanitaria dell'Italia"

Per chiedere un immediato cessate il fuoco a Gaza e un'iniziativa umanitaria dell'Italia, Medici Senza Frontiere (Msf) scrive una lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni firmata da 18 operatrici e operatori umanitari italiani, medici, infermieri, psicologi, logisti. Tutti, dal brutale attacco di Hamas del 7 ottobre, hanno lavorato nell'inferno di Gaza o supportato la nostra azione dalla Cisgiordania o dall'Egitto. "I bombardamenti israeliani hanno colpito la popolazione oltre ogni misura. A Gaza manca tutto, l'acqua, il cibo, lo spazio, le cure. Il sistema sanitario è al collasso e la sproporzione tra i bisogni umani e la capacità di intervenire è immane. Si vive sotto attacco, nel totale annichilimento di ogni regola di condotta delle ostilità, mentre gli ostaggi sono ancora dolorosamente lontani dai loro cari'', scrivono gli operatori e le operatrici di Msf nella lettera al governo.

Msf chiede al governo italiano di farsi promotore di un'iniziativa umanitaria concreta e ambiziosa, richiamando i leader europei e del G7 intorno a 5 obiettivi. Il primo è ottenere un immediato e prolungato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Quindi, garantire la protezione dei civili, interrompendo ogni forma di sostegno, incluso l'invio di armi, alle operazioni militari e all’assedio di Gaza e pretendendo il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario. Terzo punto, assicurare l'assistenza umanitaria alla popolazione, garantendo supporto e accesso sicuro e incondizionato agli aiuti necessari, incluse le forniture mediche e alimentari per affrontare il rischio di carestia.

Idf: colpiti obiettivi Hezbollah nel sud del Libano

Caccia israeliani hanno attaccato nella notte una serie di obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano. Ad annunciarlo è stato l'esercito: tra i bersagli, secondo quanto riporta l'Idf in un comunicato, un deposito di armi a Mays al-Jabal e strutture utilizzate per le operazioni militari dei miliziani a Aita al-Shaab e Khiam. A riferirne è il Times of Israel.

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