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Gaza, sì gabinetto sicurezza Israele a tregua. Netanyahu: "Guerra se fase due fallisce"

Il premier israeliano: "C'è ok Usa". Primi tre ostaggi liberi domenica, tregua da domani: i rapiti liberati nella prima fase saranno 33 in cambio di 1.700 palestinesi rilasciati

Murales per gli ostaggi israeliani trattenuti da Hamas a Gaza - Fotogramma /Ipa
Murales per gli ostaggi israeliani trattenuti da Hamas a Gaza - Fotogramma /Ipa
17 gennaio 2025 | 07.14
LETTURA: 5 minuti

Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato l'accordo con Hamas sul cessate il fuoco a Gaza e sullo scambio di ostaggi con prigionieri palestinesi. Lo riferisce l'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu. L’accordo dovrà ora essere votato dal governo. Secondo i media israeliani, la riunione per la votazione dovrebbe iniziare alle 15,30 ora locale. La tregua, in caso di foto favorevole, dovrebbe partire già da domani.

Prima dell'inizio della riunione, Netanyahu ha incontrato i negoziatori israeliani di ritorno da Doha, dove l'accordo è stato firmato nelle prime ore di oggi, per valutare la situazione.

Il ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir e il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich hanno votato contro l'accordo durante la riunione del gabinetto di sicurezza, rende noto l'emittente israeliana N12. L'accordo è stato comunque approvato dal gabinetto di sicurezza e a breve sarà votato dal governo israeliano.

Netanyahu ha ottenuto garanzie sia dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, quanto dal futuro inquilino della Casa Bianca Donald Trump, che potrà riprendere la guerra nella Striscia di Gaza se non dovesse reggere la seconda fase dell'accordo con Hamas. Durante la riunione del gabinetto di sicurezza, Netanyahu ha letto ai ministri la trascrizione di alcuni dei suoi colloqui con Biden e con Trump. Ai due leader americani, il presidente israeliano ha chiarito di disporre di tutti i mezzi per garantire la sicurezza dello Stato di Israele.

Domenica primi ostaggi liberi, sono 3 donne

I primi ostaggi ancora a Gaza verranno rilasciati domenica, come da accordo, chiarisce l'ufficio del premier israeliano, spiegando in una nota che appena l'accordo entrerà in vigore dopo l'ok del governo, "il rilascio degli ostaggi potrà essere effettuato secondo lo schema pianificato". Quindi, tre donne in ostaggio saranno rilasciate domenica, 33 in tutto i rapiti in lista.

Hamas comunicherà i nomi degli ostaggi che verranno rilasciati il giorno stesso in cui verranno consegnati alle autorità israeliane, quanto ha appreso intanto il quotidiano Haaretz. Anche l'ufficio del primo ministro israeliano ha chiarito che i nomi degli ostaggi israeliani verranno resi noti solo dopo che saranno consegnati alle Idf e le loro famiglie saranno informate.

1.700 palestinesi rilasciati in cambio di 33 ostaggi

Sono 1.700 i prigionieri palestinesi che dovrebbero essere rilasciati dalle carceri di Israele nella prima fase dell'accordo con Hamas per la liberazione di 33 ostaggi, a partire da domenica, scrive il Times of Israel, che ha visionato una copia dell'accordo.

Nel dettaglio, spiega il giornale, si tratta di "700 terroristi, di cui 250-300 stanno scontando l'ergastolo, mille cittadini di Gaza catturati dall'8 ottobre durante i combattimenti nella Striscia e 47 prigionieri arrestati nuovamente dopo l'accordo per la liberazione del caporale Gilad Shalit del 2011".

In una nota del Prisons Service si afferma che saranno le autorità israeliane, non la Croce Rossa, ad occuparsi della prima parte del trasporto dei prigionieri. L'obiettivo è quello di garantire che "i terroristi non si discostino dalle rigide linee guida di sicurezza e si astengano da qualsiasi espressione di gioia all'interno del territorio israeliano".

Via libera nella notte

L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato nella notte la firma dell'accordo con Hamas per una tregua e il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza. L’accordo, annunciato mercoledì dai mediatori di Qatar, Stati Uniti e Egitto, vedrebbe una pausa nei combattimenti nella Striscia e porterebbe a partire da domenica al rilascio graduale degli ostaggi - 33 nella prima fase - e di centinaia di prigionieri palestinesi.

Le famiglie degli ostaggi, si spiega, sono state informate dei progressi mentre sono in corso i preparativi per accogliere l'arrivo dei rapiti. Il premier israeliano aveva ritardato il voto del governo per approvare l'accordo sullo stop ai combattimenti, previsto per ieri, accusando Hamas di cercare modifiche dell'ultimo minuto.

Governo Netanyahu in bilico

Netanyahu si trova intanto ad affrontare una grave crisi politica in vista del voto, dopo la reazione negativa da parte di alcuni membri della coalizione. Due partiti di estrema destra hanno minacciato di lasciare il governo se l'accordo dovesse andare in porto, una mossa che potrebbe essere il catalizzatore per la perdita della maggioranza del primo ministro in Parlamento, ricorda la Cnn.

Le fibrillazioni nel governo israeliano sono legate soprattutto al nome di Itamar Ben Gvir, leader del partito di estrema destra israeliano Otzma Yehudit e ministro della sicurezza nazionale. "Se l'accordo sarà approvato e attuato, presenteremo le nostre dimissioni e non faremo parte del governo", ha detto Ben Gvir.

"Questo accordo - ha poi dichiarato - vanificherà tutti i risultati che abbiamo garantito allo Stato di Israele", ha affermato quindi affermato aprendo il suo intervento davanti alla stampa. "L'accordo che sta prendendo forma è sconsiderato, e determinerà la fine della guerra in un momento in cui Hamas non è ancora stato sconfitto e noi non abbiamo raggiunto gli obiettivi della guerra".

La pressione Usa

Il leader israeliano sta anche affrontando da tempo pressioni internazionali per porre fine alla guerra a Gaza. E l'imminente ritorno al potere del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump non ha fatto altro che aumentare l’urgenza per il premier di concludere finalmente l’accordo.

"Guerra riprenderà dopo prima fase"

Le richieste del ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich al primo ministro Netanyahu, che Israele continui la guerra contro Hamas a Gaza una volta conclusa la prima fase dell'accordo e abbia il controllo sulla distribuzione degli aiuti umanitari, sono state accettate, riportano intanto i media israeliani, aggiungendo che Smotrich e il suo partito, il Sionismo religioso, voteranno contro l'accordo, ma rimarranno al governo.

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