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Eseguita condanna a morte in Missouri, anche senza prove di colpevolezza

Si era sempre dichiarato innocente. La condanna si è basata sulle parole di due testimoni che, secondo i legali del 55enne, hanno ricevuto ricompense in denaro

Manifestazione contro la pena di morte - (Afp)
Manifestazione contro la pena di morte - (Afp)
25 settembre 2024 | 08.00
LETTURA: 2 minuti

E' stata eseguita, tramite iniezione letale, la condanna a morte di Marcellus 'Khaliifah' Williams, il 55enne afroamericano che è stato condannato per un omicidio commesso nel 1998 e per il quale si era sempre dichiarato innocente. L'esecuzione è avvenuta al Potosi Correctional Center di Mineral Point dopo che sono falliti i tentativi legali di scagionarlo.

Anche i procuratori della contea di St. Louis avevano mostrato dubbi sulla sua condanna. Secondo i legali di Williams, "hanno ammesso di aver sbagliato e hanno combattuto con zelo per annullare la condanna e salvare la vita del signor Williams". Diverse organizzazioni e persino la famiglia della vittima dell'omicidio hanno cercato di fermare l'esecuzione, ma il 24 settembre solo 3 giudici su 9 della Corte Suprema si sono espressi a favore dello stop. L'esecuzione di Williams in passato è stata sospesa per 2 volte nel 2015 e nel 2017. E' stato il procuratore generale del Missouri, il repubblicano Andrew Bailey, a battersi perché l'esecuzione procedesse come stabilito.

Condannato nonostante il suo Dna non corrispondesse

Williams è stato condannato nel 2001 per l'omicidio di Felicia Gayle, ex cronista del St. Louis Post-Dispatch, trovata morta l'11 agosto 1998 dopo essere stata accoltellata nella sua casa alla periferia di St. Louis. Le prove raccolte sulla scena del crimine comprendevano impronte digitali, di scarpe, capelli e dna sul coltello da cucina usato per l'omicidio. Williams, che ha sempre negato di aver ucciso Gayle, è stato condannato per l'omicidio nonostante il suo Dna non corrispondesse a quello trovato sulla scena del crimine. La condanna si è basata sulle parole di due testimoni che, secondo i legali di Williams, hanno ricevuto ricompense in denaro e hanno raggiunto un accordo per ottenere pene più brevi nei rispettivi casi penali.

Williams, che è diventato l'imam della sua prigione, si è sempre dichiarato innocente.

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