Il voto Usa visto Oltretevere. Il sottosegretario al dicastero vaticano della Cultura all'Adnkronos: "Chiarezza su valori ma mai scelte di campo"
“Di fronte alle elezioni americane la posizione della Chiesa non può che essere quella della ricerca del dialogo”. In una intervista all’Adnkronos, padre Antonio Spadaro, sottosegretario al dicastero vaticano della Cultura già direttore di Civiltà Cattolica, spiega come si pone la S. Sede di fronte al risultato elettorale delle presidenziali in Usa che ha sancito la vittoria - per la seconda volta - di Donald Trump.
Spadaro riflette sull’importanza di tenere aperto un dialogo “per una società americana migliore dove ci sono evidentemente tante persone che non si riconoscono, che non sentono di essere riconosciute e protette, quindi c’è un grido da ascoltare. Lo sguardo della Santa Sede poi è più ampio, internazionale, è lo sguardo che sente come gli Stati Uniti abbiano un ruolo significativo per evitare che il conflitto che si sta verificando nel mondo, con vari scenari - dalla martoriata Ucraina alla martoriata Palestina - divampi ancora di più. Bisogna trovare soluzioni”.
“La Santa Sede - osserva Spadaro - non ha mai voluto costruire alleanze politiche precise con l’uno o con l’altro. I cattolici non hanno convinzioni politiche omogenee negli Stati Uniti o altrove quindi la Chiesa vuole che ci siano dei buoni cittadini e davanti a elezioni partecipate cerca di ascoltare, interpretare la volontà popolare e nello stesso tempo di porre con chiarezza i valori senza scelte di campo. Quindi bisogna evitare la commistione tra religione e politica ma insistere molto sui valori”.
“La reazione della Chiesa all’elezione di Donald Trump come presidente degli Usa - osserva ancora padre Antonio Spadaro - punta a quella che lo stesso Papa aveva definito ‘statura’ dell’America nel suo messaggio per il primo insediamento di Trump come presidente”. Statura, evidenzia ancora, che consiste “nella sua attenzione ai poveri, agli emarginati, ai bisognosi che come Lazzaro stanno davanti alla nostra porta. Importante poi sarà comprendere la posizione che gli Usa assumeranno nel contesto internazionale, che è un contesto di fratture, di guerre aperte in cui gli Usa giocano un ruolo importante. Bisognerà capire quale è la logica che muoverà la nuova amministrazione americana perché è molto importante per la Santa Sede che si parli all’interno di una logica di pace, non di vittoria che è sempre una logica di guerra. A questo proposito è importante che vincano i valori della democrazia che implicano il fatto che ci siano forze che si combattono all’interno dell’agone politico in cui però l’altro è sempre un avversario mai un nemico. Perché si lavora insieme - maggioranza e opposizione- per il bene comune”.
Il voto Usa dice anche che le donne non hanno fatto fronte comune sulla sfidante Kamala Harris? “Sul voto femminile - l’opinione del sottosegretario del dicastero della Cultura - non farei una distinzione troppo netta tra voto maschile e femminile. Un candidato viene valutato dagli elettori sulla base di criteri che vanno al di là di questa identità di genere”. Ad ogni modo, osserva ancora, “penso che sia un momento di riflessione importante”.