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Brics: Stefanini (Ispi), "alternativa a G7? Obiettivo problematico"

"Vertice Johannesburg monco per assenza Putin, Cina spinge per allargamento ma India e Brasile riluttanti"

Brics: Stefanini (Ispi),
22 agosto 2023 | 15.40
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L'obiettivo del Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) di diventare un'alternativa strutturata all'Occidente, e in particolare al G7, pare "abbastanza problematico". Lo sostiene in un'intervista all'Adnkronos l'ambasciatore Stefano Stefanini, consigliere scientifico dell'Ispi, nel giorno in cui a Johannesburg si apre l'atteso vertice dei Brics, con in cima all'agenda l'espansione del gruppo: almeno 40 sarebbero gli Stati interessati ad aderire, di cui 23 hanno formalmente presentato domanda.

Un vertice, tuttavia, che a Stefanini appare "monco" per l'assenza del presidente russo Vladimir Putin, che non si è recato in Sudafrica per 'colpa' del mandato di cattura internazionale della Cpi, e in cui la figura "dominante" è quella del leader cinese Xi Jinping.

Proprio la Cina, spiega l'ambasciatore, è la "maggiore fautrice" dell'idea di allargamento del Brics con l'obiettivo di renderlo un'alternativa credibile del G7 e che abbia lo stesso peso ovvero "almeno raggiungere il Pil aggregato del G7", ma su questo punto "non c'è consenso a parte il Sudafrica".

Secondo Stefanini, infatti, Brasile e India "sembrano abbastanza scettici", con quest'ultima che ha una posizione internazionale "abbastanza acrobatica" in quanto membro del Brics e allo stesso tempo del Quad, un'alleanza con Australia, Giappone e Usa che ha come obiettivo ultimo il contenimento della Cina.

Nuova Delhi, prosegue l'ambasciatore, ha le sue rivalità con Pechino e "non va trascurato" il fatto che il gigante del sud-est asiatico debba mantenere una posizione "equilibrata" per portare al successo il vertice del G20, di cui ha la presidenza e che ospiterà tra poche settimane.

Stefanini indica poi alcuni aspetti del processo di allargamento del Brics che vanno necessariamente chiariti per comprendere la direzione che assumerà. Innanzitutto i Paesi che potrebbero entrarne a far parte: un eventuale ingresso di Iran, Venezuela o Bielorussia, secondo l'ambasciatore, "darebbe al gruppo una connotazione antioccidentale".

E ammesso che si arrivi a un allargamento del Brics, per Stefanini bisogna vedere quali sono i tempi e il numero dei nuovi Paesi. In un sistema in cui già esistono "rivalità, più Paesi entrano maggiori sono gli elementi di competizione", precisa l'ambasciatore, rimarcando come invece l'Occidente abbia alle spalle, al contrario del Brics, "una rete di cooperazione internazionale già molto strutturata e radici di coesione molto più forti".

Gli occhi degli osservatori a Johannesburg saranno inevitabilmente puntati su Xi, anche alla luce dei problemi economici palesati recentemente dalla Cina, che cresce meno del previsto e rischia di andare in deflazione. Rispetto al passato, Xi si presenta al vertice con il "tallone d'achille della vulnerabilità economica e questo i suoi interlocutori lo sanno benissimo", aggiunge Stefanini, secondo cui "questa relativa debolezza interna in un certo senso rafforza l'intenzione di cercare un successo esterno".

Per questo motivo e "conoscendo un po' l'approccio della diplomazia di questi Paesi, che puntano sempre a trovare formule di consenso, possiamo aspettarci una possibile apertura" sull'allargamento del Brics, conclude il consigliere scientifico dell'Ispi.

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